Jean Todt, ex team principal della Ferrari e oggi presidente della Federazione internazionale dell’automobile, dice la sua sulla crisi della Rossa
“Non do consigli, i consiglieri sono pericolosi”. Jean Todt, oggi presidente della Federazione internazionale dell’automobile, non vuole intervenire a gamba tesa sul presente sportivamente drammatico della sua ex squadra, la Ferrari. Ma qualche considerazione, in compenso, dalla sua lunga esperienza come storico team principal del Cavallino rampante, se la permette, allontanando i confronti con il periodo in cui fu lui a capo della squadra.
“Non si può fare un paragone”, sono le sue parole dal paddock del Gran Premio d’Italia a Monza, riferite dai quotidiano sportivi italiani. “Io cominciai il primo luglio del ‘93, all’epoca la Ferrari era un’opera d’arte da restaurare. Quando me ne andai nel 2009, lasciai una squadra competitiva e vincente. Da quel momento ci sono state sia la struttura sia gli uomini. Se fossi un medico, oggi prescriverei una cura diversa rispetto ai miei tempi. Oggi ci sono persone capaci e competenti, che capiscono i problemi e sanno gestirli, sono fiducioso che torneranno in alto”.
A proposito di Ferrari, Todt è tornato ancora una volta sui sospetti intorno alle presunte irregolarità dei motori di Maranello, ribadendo che “c’è stato un accordo confidenziale, richiesto dalla Ferrari. Noi avevamo dubbi su una loro interpretazione del regolamento. La Ferrari ha accettato di seguire le nostre direttive”. Oggi la nuova protesta è invece capitanata dalla stessa Rossa, contro la Racing Point accusata di aver copiato dalla Mercedes: “La vicenda ha messo alla luce una mancanza di chiarezza nei regolamenti, a cui abbiamo rimediato per il 2021. Il documento è stato firmato l’altro ieri da tutte le squadre”, spiega il boss della Federazione.
Infine, Todt dice la sua sugli eventuali cambiamenti di regolamento volti a rendere i Gran Premi più spettacolari: “La Fia ha un ruolo di arbitro e di regolatore. Ci sono categorie che prevedono il ‘balance of performance’, per riequilibrare i valori in pista, ma la Formula 1 no. È proprio una sua peculiarità. Abbiamo dieci macchine diverse, frutto di regole uguali per tutti. Chi è più bravo nell’interpretarle vince. Dal 2022 la F1 sarà anche meno costosa grazie al budget cap, e con più sorpassi per via delle nuove regole sull’aerodinamica. Mi aspetto che migliori lo spettacolo”.
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