Lewis Hamilton non ha accettato volentieri la penalità che gli è costata la vittoria a Monza, tanto da confrontarsi direttamente con i commissari
Una protesta in grande stile quella che Lewis Hamilton ha messo in scena a Monza, confrontandosi personalmente con i commissari, rei di avere osato infliggergli la penalità che gli è costata la vittoria del Gran Premio d’Italia.
Durante il periodo di interruzione della gara con la bandiera rossa, il pilota della Mercedes è saltato su uno scooter e si è eclissato. Alcuni avevano pensato che dovesse semplicemente utilizzare la toilette: in realtà era diretto verso il collegio degli steward, per fornire le sue rimostranze contro la sanzione che gli era stata comminata poco prima, uno stop&go di dieci secondi.
Hamilton si è difeso così dalla penalità
Il motivo? Hamilton era entrato nella corsia dei box mentre era chiusa. “Ne abbiamo discusso perché lui ha detto di non avere visto il segnale, che è certamente vero”, lo ha difeso il team principal della Mercedes, Toto Wolff. “Non direbbe mai una falsità. Quelle croci gialle erano tutte posizionate all’esterno della curva e non c’era alcun semaforo rosso all’ingresso della corsia. Per questo è andato a dire: ‘Non l’avevo visto'”.
Il direttore di gara Michael Masi ha difeso la decisione dei suoi commissari, spiegando che non solo ai piloti viene mostrata la segnalazione della chiusura della pit lane tramite pannelli luminosi in diversi punti della pista, ma che anche le squadre ne sono informate sui monitor ufficiali.
“Inoltre ne discutiamo ai briefing con i piloti”, ha aggiunto Masi, che non ha preso male il confronto aperto da Hamilton. “Quando ha visto il video, lo stesso Lewis ha concordato con noi sul fatto che la penalità fosse giusta. Da parte nostra, la porta dei commissari è sempre aperta: se qualcuno ha domande, possono sempre porcele”.
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