Il team principal della Ferrari, Mattia Binotto, si prepara per il Gran Premio del Mugello, il millesimo nella storia della Rossa, senza troppe aspettative
“La pressione è esclusivamente positiva”. Mattia Binotto, team principal della Ferrari, cerca di motivare i suoi alla vigilia di un Gran Premio storico per la sua squadra, quello che segnerà quota mille disputati nella storia del campionato del mondo di Formula 1, ma anche delicato, perché si svolge proprio nel bel mezzo di una delle peggiori crisi di competitività degli ultimi anni.
A margine della presentazione dell’evento organizzato sabato prossimo dalla Rossa in piazza della Signoria, a Firenze, proprio alla vigilia della gara del Mugello, il boss della Scuderia chiama a raccolta il sostegno degli appassionati. “Indipendentemente dai momenti di difficoltà, sentiamo sempre il supporto dei nostri tifosi”, spiega. “Spero che anche loro capiscano la situazione in cui ci troviamo. È una gara speciale, ma quando si compete in un campionato, ogni gara è importante, quindi i livelli di attenzione e la concentrazione sono sempre altissimi”.
Binotto presenta il Mugello
Binotto non è convinto che il debutto di una nuova pista in calendario come quella del Mugello sia destinato a modificare in maniera significativa le forze in campo a livello sportivo: “Onestamente e sfortunatamente penso poco, perché se una vettura va forte, lo fa su qualsiasi circuito. Certamente questa pista ha caratteristiche diverse da quelle sulle quali abbiamo appena corso e per questo speriamo di fare meglio di quello che abbiamo fatto in precedenza”.
A giocare a favore della Ferrari potrebbe essere la grande conoscenza del tracciato toscano, di sua proprietà: “Il Mugello lo conosciamo molto bene per averci svolto molti test”, conclude l’ingegnere italo-svizzero. “Con Michael Schumacher venivamo spessissimo a provare. È una pista bellissima, molto impegnativa e veloce che piace tantissimo ai piloti che ci hanno corso, basti pensare che una vettura di Formula 1 doppierebbe una MotoGP in circa tre giri”.