Se il ritiro sembrava la scelta più semplice per Vettel, il passaggio in Aston Martin lo metterà davanti ad un nuovo confronto con Schumacher.
A sorpresa, quando le attese erano tutte per Nico Hulkenberg anche alla luce delle recentissime dichiarazioni del team principal Racing Point Otmar Szafnauer, questo giovedì mattina è arrivato l’annuncio dell’ingaggio di Sebastian Vettel a partire dal prossimo anno. Un passaggio importante, quello del tedesco alla futura Aston Martin, che potrebbe avere due risvolti.
Per prima cosa andando ad analizzare i motivi che possono aver portato il 33enne ad accettare la corte della scuderia con base a Silverstone ce ne sono due essenziali e collegati. Innanzitutto la RP20 (e quindi la RP21) è la macchina più vicina alla Mercedes come caratteristiche e potenziale, in secondo luogo, proprio per questo, il prossimo campionato potrebbe rivelarsi l’unica monoposto in grado di battere stabilmente le due Frecce, forse ancora di più della Red Bull.
Perché per Vettel sarà una scommessa
Sebbene per molti potrebbe essere letta come una scelta semplice, quasi scontata, quella di Seb ha tutta l’aria di essere una grande sfida. Il paragone con Schumacher tornerà a farsi vivo e potrebbe portare con sé una certa pressione, anche se mai forte come quella da pilota Ferrari. Potendo contare su una macchina competitiva, e lo sta dimostrando lo stesso Stroll, non proprio un asso del volante, il quattro volte iridato potrebbe trovarsi a combattere finalmente per il titolo che, se centrato, sarà il suo quinto a parità dell’idolo d’infanzia nonché mentore Michael. Tuttavia, non va dimenticato il rovescio della medaglia. Il trasferimento alla ex Force India potrebbe mettere la parola fine al suo blasone, ovvero quello conquistato tra il 2009 e il 2013 con gli energetici. Deludere e sbagliare quanto sta facendo da un po’ di tempo a questa parte vorrebbe dire per lui chinare il capo davanti ai detrattori e diventare così il nuovo Schumi, rientrato in F1 con le Frecce d’Argento nel 2012 e da molti deriso per gli svarioni accumulati.
Chiara Rainis