Jack Miller commenta la doppia vittoria dei ragazzi della VR46 Riders Academy a Misano in MotoGP e Moto2: “Loro qui girano ogni mese”.
Jack Miller non ha brillato nella prima gara a Misano e deve accontentarsi dell’ottava posizione finale, che gli fanno guadagnare punti preziosi per la classifica iridata, dove conserva il terzo posto a quota 64, 12 lunghezze di distanza dal leader provvisorio Andrea Dovizioso.
Dopo i due podi austriaci tira il freno a mano il pilota australiano del team Pramac Racing, costretto a soccombere ad una gomma anteriore che si è consumata oltre le previsioni. “I ragazzi del team intorno a me erano convinti che la gomma morbida non sarebbe durata”, racconta Jack Miller. “Cercavo una risposta e alla fine l’ho pagata. Devo fidarmi maggiormente del mio lavoro e del mio istinto in futuro. Di solito sono uno dei migliori piloti Ducati per quanto riguarda la durata della gomma posteriore. Ho ricevuto una risposta che non mi è piaciuta”.
Misano favorevole all’Academy
In un week-end dominato dagli allievi di Valentino Rossi sia in classe regina che in Moto2, Jack Miller ha ironizzato: “Venerdì ho detto alla Commissione per la sicurezza che i ragazzi del VR46 sapevano quanto fosse ondulato qui. Ma nessuno ha detto niente… Sfortunatamente, a Phillip Island non esco sulle piste una volta al mese come fanno qui i ragazzi della VR46. Non possiamo cambiarlo e vogliamo tornare forti il prossimo fine settimana e cercare di non perdere troppi punti”.
Il suo compagno di squadra Pecco Bagnaia è stato autore di una gara eccellente. Il segreto non sta solo nella migliore conoscenza della pista, ma anche nello stile di guida. “Normalmente riesco a gestire bene la gomma posteriore. Pecco usa di più la gomma sul fianco, ma la risparmia comunque in accelerazione”. Nonostante il nuovo asfalto la pista presentava dei dossi che gli hanno causato qualche grattacapo. “Abbiamo abbassato la moto di nove millimetri, questo è stato il passo più grande qui. La gara è stata davvero una lotta per la sopravvivenza. Ma non sono stato in grado di combattere davvero con i ragazzi”.