La FIA non ha gradito certi commenti di Hamilton al termine del GP del Mugello a proposito dell’attribuzione delle colpe per gli incidenti a catena.
Tutto è partito dalle accuse sollevate a Bottas, reo di aver fatto da tira e molla alla ripartenza dopo la Safety Car e aver così confuso i piloti alle sue spalle, nonché provocato, suo malgrado, il tamponamento a catena che ha provocato la seconda bandiera rossa del GP della Toscana.
Forse per solidarietà tra compagni di squadra Lewis Hamilton si è affrettato a prendere le parti il finlandese imputando la colpa dei fatti non a Valtteri, bensì a “chi deve prendere le decisioni”, aggiungendo poi un carico dal novanta che non è piaciuto ai federali. “Stanno cercando di rendere le gare più eccitanti, ma in questo caso c’è gente che ha rischiato molto. Forse dovrebbero ripensare a quanto accaduto”.
La risposta piccata della Federazione alle illazioni di Ham
Punti sul vivo e tacciati di aver agevolato il compiersi dei molteplici crash del Mugello, i commissari per bocca del direttore di gara Michael Masi si sono difesi sostenendo di non aver mai voluto mettere in secondo piano la sicurezza.
“Chi sostiene il contrario mi offende personalmente”, ha tuonato l’australiano a proposito del pensiero espresso da Ham, imputando i botti clamorosi e le interruzioni a partire da quella di Monza per Leclerc ad una mera casualità.
“Nel Tempio della Velocità si trattava solo di risistemare le barriere, ma la SC avrebbe dovuto restare in pista per almeno una ventina di giri e non credo fosse nell’interesse di nessuno”, ha spiegato. “Domenica scorsa poi si è verificata la medesima cosa con Stroll“.
Insomma tra il sei volte iridato e la direzione di corsa è ormai tensione, visto che ancora non si è risolta la questione delle magliette nere con messaggi sociali che continua a sfoderare sul podio e che in teoria non sarebbero concesse.
Chiara Rainis