Sainz difende la Ferrari e parla di “progetto giovane che necessita tempo”. Ma non è da anni che viene ripetuto questo ritornello?
E’ evidente che Carlos Sainz sia già stato addestrato a dovere dai vertici di Maranello e nella fattispecie dal team principal Mattia Binotto a replicare alle domande scomode sulle criticità della squadra modenese come un veterano del gruppo. Un esempio della lezione ricevuta dallo spagnolo l’abbiamo avuta al termine del recentissimo weekend del Mugello quando, a fronte dell’ennesima brutta figura Ferrari, ha replicato manco fosse al posto di Vettel e Leclerc.
“I tifosi devono avere pazienza e fiducia. Si tratta di un progetto molto giovane. Adesso bisogna soltanto attendere che le cose migliorino man mano. Sono sicuro che andrà così”, ha affermato a El Mundo Deportivo.
“La prossima stagione sarà complicata per tutti a causa dell’assenza di test. Per quanto mi riguarda credo che avrò a disposizione appena un giorno e mezzo, il che significa quasi niente”, ha messo le mani avanti. Speranzoso di poter dare un contributo importante nello sviluppo della monoposto come sta facendo adesso in McLaren, il figlio d’arte ha quindi ammesso di non aver archiviato il sogno di vincere per il Cavallino malgrado ad oggi l’equipe sia interamente da ricostruire.
Consapevole della sfida titanica che lo attende, il #55 come il Gotha FCA formato dall’ad Louis Camilleri e dal Presidente John Elkann ha comunque rimandato l’appuntamento col successo al 2022.
“Rivoluzionare un’auto così che possa immediatamente tornare a vincere è complicato, di conseguenza so che il mondiale venturo sarà duro, ma se la Scuderia saprà comprendere i problemi e utilizzare i “gettoni” utili per rafforzare le aree deboli, allora la situazione potrebbe migliorare”, ha concluso il madrileno. Peccato però che, stando alla cronaca attuale, la Ferrari è l’unica del lotto a non aver minimamente pensato di raddrizzare il suo stato di defict rimboccandosi le maniche e portando degli aggiornamenti, senza dimenticare che ancora non ha capito dove mettere le mani, e chissà se lo comprenderà un giorno…
Chiara Rainis