Quello di Bottas potrebbe trasformarsi in un vero e proprio caso. E c’è chi crede che a breve assisteremo ad un crollo psicologico.
Gasato a palla per il cambio vita cominciato ad Abu Dhabi lo scorso fine novembre con la separazione dalla moglie, la nuotatrice finlandese Emilia Pikkarainen e l’inizio della relazione con la ciclista australiana Tiffany Cromwell, tra l’altro sempre al suo fianco in questo strano mondiale di F1 stravolto dall’emergenza Covid, alla partenza del campionato in Austria a luglio Valtteri Bottas sembrava finalmente sbocciato, un altro. Aggressivo e determinato il finnico si era portato a casa pole position e vittoria facendo presagire che per Lewis Hamilton sarebbe stata una stagione in stile 2016 con Rosberg, ed invece il divino fuoco della velocità e del successo è durato il tempo di un amen. Già nel secondo round sempre sul circuito di Spielberg, il #77 era tornato ad essere quello di prima, nonché incapace di tenere il passo del compagno e reggere il confronto.
Già deludente a Monza, quando avrebbe dovuto approfittare della penalizzazione inflitta ad Ham ed invece aveva tagliato il traguardo soltanto in quinta piazza, al Mugello, ha praticamente consegnato il primo posto all’inglese vanificando l’ottimo spunto al via.
“Avrebbe dovuto lasciare la Toscana con il trofeo più grande”, ha dichiarato ad F1i.com Ross Brawn. “Dopo aver guadagnato il comando allo start sembrava in gran forma ed invece si è lasciato sfilare la posizione dalle mani, dunque non dev’essere stato facile per lui accettare la sconfitta”.
Per l’ex stratega Ferrari quest’ennesimo scivolone dovrà portare il driver di Nastola a farsi un’autoanalisi così da capire come fermare la cavalcata del sei volte iridato. “Certo è ancora in corsa per il titolo, tuttavia ad ogni GP che passa le sue chance diminuiscono. Si tratta proprio di un fattore mentale”, ha concluso imputando ad una sorta di sudditanza psicologica l’impasse in cui si è cacciato il 31enne.
Chiara Rainis
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