Il fumo proveniente dai freni della W11 di Hamilton in griglia di partenza al Mugello hanno fatto pensare il peggio. Ora la Mercedes spiega il perché.
Chi si era illuso di un potenziale problema sull’auto di Hamilton e dunque di un suo possibile ritiro o eventualmente di un mancato successo, è rimasto con un palmo di naso. La strana fumata proveniente dai freni della Mercedes di Lewis sullo schieramento di partenza del GP della Toscana si è rivelata nulla di importante, tanto che l’inglese ha proseguito senza sussulti fino al traguardo portandosi a casa l’ennesima vittoria.
Cosa è successo alla macchina di Ham
A spiegare quegli attimi concitati del round del Mugello è stato lo stesso sei volte iridato. “I freni anteriori avevano duecento gradi di differenza, per cui ho cercato di portarli sullo stesso livello”, il racconto a Motorsport.com. “Avendo raggiunto i mille gradi ho provato a raffreddarli fino all’ultima curva prima, poi mi sono accorto del fumo e mi è parso di scorgere delle fiamme. Fortunatamente siamo partiti subito”.
Per l’ingegnere di gara del #44 Andrew Shovlin non c’è comunque mai stato nulla di cui preoccuparsi. “Certo sarebbe stato meglio che no fosse successo, ma non ci ha mandato nel panico. L’unico pericolo in casi del genere è se prende fuoco il carbonio attorno all’area”, ha argomentato il tecnico. E in effetti tutto è sembrato il sei volte iridato durante la corsa tranne che in difficoltà.
A differenza invece del britannico chi per il surriscaldamento dei freni è stato costretto a rientrare prima ai box è stato Esteban Ocon, beffato da un detrito rimasto incagliato nei condotti. “Stava scaldando le gomme quando i freni posteriori sono rapidamente diventati bollenti fino a provocare una perdita di fluidi su tutto il retrotreno. A quel punto non c’è stato più nulla da fare”, ha commentato Alan Permane, direttore sportivo della Renault.
Chiara Rainis