La Yamaha ha portato tante novità ai test MotoGP di Misano, ma Fabio Quartararo sottolinea come il problema principale, quello al motore, non sia risolto
Anche Fabio Quartararo, come i due piloti ufficiali Yamaha Maverick Vinales e Valentino Rossi, ha messo alla prova le molte novità portate dalla Casa dei Diapason durante i test di ieri a Misano: dal telaio al forcellone, fino al nuovo scarico. E gli esiti sono stati “buoni” e “davvero positivi”, ad ascoltare le sue parole. Ma risolutivi no, perché il problema principale, quello della potenza del motore, continua a non trovare alcuna apparente via d’uscita.
“Abbiamo avuto la chance di provare molte nuove parti”, ha raccontato Quartararo al termine della giornata, che ha chiuso al nono posto a otto decimi da Vinales. “Più che del mio miglior tempo, sono contento del giro di 1:32.4 che ho fatto con una media che aveva già percorso 23 tornate. Mi sento bene e abbiamo ancora alcune cose da provare per il weekend di gara”.
L’aggiornamento più evidente è stato quello dello scarico a trombone: “L’unica differenza vera che ho sentito era la lunghezza e il rumore”, sorride Fabio. “Ma purtroppo non abbiamo guadagnato in accelerazione e velocità massima. Ho deciso di fare solo un tentativo, poi abbiamo controllato i dati e non erano eccezionali, perciò siamo tornati alla versione standard”.
Il propulsore, dunque, come detto continua ad essere il guaio principale di Iwata: “Le modifiche al telaio e all’elettronica cercavano di compensare un po’ quei problemi, ma non c’è nulla che ci faccia migliorare dove vorremmo. Stiamo facendo il massimo, cercando di gestire la situazione, ma onestamente non riesco a guidare così a mio agio come facevo a Jerez, anche se mi sto abituando”.
Lo si è visto anche domenica a Misano, dove la doppia caduta è costata a Quartararo la testa del Mondiale. “Penso di fare più fatica degli altri piloti Yamaha perché loro hanno molta più esperienza di me in MotoGP“, ammette il francese. “L’anno scorso tutto era perfetto e non avevo problemi con la moto, ora devo adattarmi. Sto cercando di guidare in modo diverso, con l’apertura del gas, la posizione del corpo…”.
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