Secondo Villeneuve la ragione del crollo della Ferrari si nasconde dietro a certe decisioni scellerate operata qualche anno fa.
Se la Rossa sta raccogliendo tempesta è perché nel recente passato ha seminato vento. Per Jacques Villeneuve la crisi Ferrari non avrebbe niente a che vedere con l’attuale presidenza incompetente o con il team principal Mattia Binotto, bensì sarebbe l’esito di errori a catena e dell’incapacità di tutelare e valorizzare i talenti tecnici un tempo schierati. Un esempio su tutti Aldo Costa e James Allison migrati verso la Mercedes e lì fulcro di successi e domini dal 2014 ad oggi.
“Il problema del Cavallino non è che non riesce più a vincere, ma che è parecchio lontana a livello tecnico”, le parole del canadese riprese da F1i.com. “La Scuderia avrebbe potuto essere ciò che è adesso la squadra di Stoccarda, ma hanno lasciato andar di via diversi ingegneri validi, la maggior parte perché non erano italiano. E loro, dunque, hanno trovato rifugio nella diretta concorrenza”.
Dunque, manco fosse della Lega l’equipe modenese avrebbe fatto in modo di proteggere la pura italianità del gruppo, mettendo alla porta ogni corpo estraneo. Una lettura, quella fornita dal figlio del grande Gilles, dotata di fondamento in quanto non è una novità che il progetto post Montezemolo volesse privilegiare la territorialità piuttosto che la qualità. Un modo per dimostrare che anche noi sappiano sfornare geni, peccato che quelli che avevamo li abbiamo ceduti ad altri complice un clima tossico in una squadra che sembra togliere ossigeno a quanti vogliono innovare.
“In questo momento stanno soffrendo molto e ci vorrà un bel po’ per recuperare. Magari anche un paio di stagioni”, ha considerato amaramente e con cognizione di causa dato che prima del 2022 la situazione rimarrà per forza di cose identica. “Ciò che conta, comunque, è che inserisca le persone giuste al di là della loro nazionalità e del loro costo”, ha concluso il 49enne suggerendo, forse, implicitamente, l’ingaggio del capo motorista ex Frecce d’Argento Andy Cowell.
Chiara Rainis
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