Alberto Puig parla di Marc Marquez, nel box Honda giovedì, e di suo fratello Alex, che dopo il test di Misano ha fatto progressi.
Marc Márquez ha fatto un salto nel paddock del Montmelò questo giovedì per alcuni incontri con il suo marchio. Non è stata fissata ancora una data per il suo rientro, ma di certo Alberto Puig e gli altri della HRC non vedono l’ora di riaverlo in sella alla RC213V, vista la scarsità dei risultati, con nessun pilota del marchio dell’Ala dorata finora in grado di salire sul podio.
Il ritorno di Marc e l’evoluzione di Alex
Il fenomeno di Cervera è poi tornato a casa dopo alcuni incontri in vista della stagione 2021. “È venuto a vedere la squadra. Non lo vedevamo da molto tempo – racconta Alberto Puig ai microfoni di DAZN -. Voleva venire a vedere i suoi meccanici, ha parlato con loro e ha spiegato come stava andando la riabilitazione. Nient’altro”. Nessuna fretta stavolta di rimetterlo in sella alla sua Honda, visto che il campionato è ormai segnato. “L’importante è che si riprenda bene e questa è la priorità che abbiamo tutti: il pilota, la squadra, la fabbrica e gli sponsor. Tutto il mondo. Da lì, il corpo gli dirà come sta andando e lui vedrà la sua evoluzione”.
Sull’evoluzione di Alex Marquez,rookie del Team Repsol Honda, Puig parla di un grande passo avanti rispetto all’ultima gara di Misano. Il pilota con il numero 73, infatti, ha guidato il warm-up domenica scorsa e nel primo giorno di libere in Catalunya è tra i primi dieci. “Sta facendo progressi. È una categoria molto complicata. È passato dal meno al più e sta cercando di andare passo dopo passo, cercando di capire la categoria, senza sbagliare e la verità è che a Misano, nei test, ha fatto un passo molto importante e la gara è stata davvero ben fatta. Era con un gruppo di persone molto esperte, molto veloci e ha concluso la gara. Fa le cose come deve farle”.
In un Motomondiale più serrato che mai, con quattro piloti raccolti in quattro punti, Alberto Puig non saprebbe indicare un favorito: “È difficile perché la verità è che a priori dovrebbero esserci due o tre piloti nettamente eccezionali e non lo sono . È molto difficile. Non posso dirvi”.