Ennesima qualifica difficile per la Ferrari. In Russia si salva per un niente al Q1, poi il solito disastro condito da un incidente per Vettel.
Chi sbaglia paga e i cocci sono suoi. Ed infatti a pagare è sempre lei, la Ferrari. Dopo la figuraccia di Monza e quella ancor peggiore del Mugello, il weekend della Russia non è cominciato sotto auspici migliori. Salva nella prima fase di qualifica per meno di mezzo secondo, la Rossa è andata completamente in tilt nella seconda.
Nel tentativo di spingere e trovare un po’ della performance mancante Sebastian Vettel ha perso il controllo della sua SF1000 andando a sbattere contro le barriere e danneggiando in maniera importante l’auto. Tutto sommato potrebbe anche capitare se non fosse che intanto che dalla monoposto #5 saltavano pezzi e lei stessa si intraversava, sopraggiungeva Charles Leclerc che via radio non è riuscito a celare lo spavento provato, facendo poi seguire dopo la bandiera rossa lo sfogo per l’errore di tempistica del box che di fatto gli ha impedito di risalire dall’11esima posizione.
Ma la vera scena che ha descritto alla perfezione lo stato attuale della Ferrari e si aggancia alla nostra frase iniziale è stata quella offerta dal driver di Heppenheim poco dopo il botto. Una volta sceso dalla macchina, scosso ancora per l’impatto violento subito, il 33enne, con il tipico atteggiamento umile che lo contraddistingue, anziché scappare nel paddock, si è fermato in pista andando a spostare dalla traiettoria l’ala anteriore persa. E che dire di Mattia Binotto, sconsolato e a testa bassa, quasi incredulo per la vettura distrutta e per il rischio, grosso, corso dal monegasco che avrebbe potuto raddoppiare il lavoro del box? Citando Daniele Silvestri possiamo aggiungere soltanto “più in basso di così c’è solo da scavare…”.
Chiara Rainis
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