Dopo la bandiera a scacchi che ha sancito la sua seconda vittoria stagionale Bottas si è lasciato andare ad un team radio colorito, poi prontamente spiegato.
“A chi di competenza, vaffa”. Non è la prima volta che Valtteri Bottas celebra una vittoria con questo messaggio e fin dei conti non deve sorprendere che l’abbia pronunciata anche nel pomeriggio di Sochi. Al di là della mancanza di conformismo dell’espressione che ben si addice al suo essere finlandese, in quella frase è contenuta tutta l’enorme frustrazione per la consapevolezza di guidare l’auto migliore del lotto e non poter raccogliere quanto desiderato perché il prediletto del team è un altro.
“Non vincevo da tempo, ma tante volte ci sono andato vicino”, ha dichiarato a caldo il #77. “So che il mio ritmo è migliorato rispetto alle stagioni precedenti, tuttavia per un po’ non sono arrivati i risultati che avrei voluto. E’ fastidioso perché vedi che ci sei quasi, però poi le cose girano in negativo”.
Onesto abbastanza da riconoscere che senza la penalità inflitta al compagno di squadra Hamilton sarebbe stato più complicato per lui portarsi a casa il GP di Russia, il driver di Nastola ci ha tenuto a mettere i puntini sulle i. “E’ vero, sono stato fortunato, ma credo altresì di essere stato bravo a tenere ritmo elevato per tutta la corsa. Sento di aver meritato il successo”.
Secondo della generale con 161 punti contro i 205 dell’ingombrante Lewis, il 31enne della Mercedes è stato spesso biasimato per il poco carattere dimostrato finora e per la scarsa competitività.
“Francamente non capisco chi ha la necessità di criticare costantemente gli altri”, il suo sfogo. “Addirittura c’è chi mi ha invitato ad arrendermi. Io non lo farò ma perché non sono così. Quindi una volta tagliato il traguardo ho solo voluto inviare a queste persone i miei migliori auguri. Mi è venuto da dentro”, ha infine rivelato.
Chiara Rainis