L’errore del muretto Mercedes che ha contribuito ad azzerare le chance di vittoria di Hamilton in Russia sarebbe stato dettato dalla superbia.
Un mero peccato di hybris. In questo modo Christian Horner ha definito quanto accaduto domenica scorsa nei momenti appena antecedenti l’inizio del GP di Sochi. In effetti senza i due clamorosi scivoloni di Hamilton nelle simulazioni di partenza prima dello start, il round russo della pazza F1 2020 avrebbe prodotto una nuova doppietta Mercedes, con Lewis sul gradino più alto del podio a festeggiare le 91 vittorie di gara al pari di Michael Schumacher, e Valtteri Bottas secondo a fare da paggetto. Spesso però il diavolo fa le pentole e non i coperchi e probabilmente l’eccessiva sicurezza del team ha prodotto un attimo di confusione che si è rivelato “letale”.
Gasato da un pit stop da record effettuato in appena 1″86 proprio sul Mar Nero, il boss della Red Bull ha esaltato le capacità organizzative della propria squadra. “Ecco perché vorremmo avere una monoposto in grado di dare fastidio alle Frecce Nere. Noi siamo piuttosto forti a livello operativo”, ha sostenuto sibillino a Motorsport.com.
“E’ chiaro che hanno avuto dei problemi lo scorso weekend. Può capitare quando si è sempre davanti. A volte è più semplice inseguire, inoltre l’autocompiacimento può far sbagliare, specialmente se si arriva da un lungo periodo di dominio”, ha poi proseguito evidenziando l’importanza di farsi trovare pronti quando si presentano occasioni del genere.
In situazioni di normalità il divario però è ancora troppo elevato e per conquistare qualcosa di importante gli energetici dovranno rimandare al 2022. “L’anno prossimo le macchine saranno più o meno quelle che vediamo oggi, ciò non significa che non si potrà trovare il modo per estrarre più potenziale e sviluppare la RB16 in maniera efficiente cominciando a chiudere il gap”, ha concluso con spirito combattivo.
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