Dietro ai successi della Mercedes di questo 2020 si nasconde un approccio opposto a quello della Ferrari che rischia ora di arretrare ulteriormente.
In tanti si staranno domandando come fa la Rossa a non essere migliorata neppure un po’ da quel 5 luglio in Austria, data che sembra ormai lontana anni luce a fronte di un campionato condensato a causa del Covid. Ebbene, come spesso abbiamo ripetuto, buona parte della colpa della Ferrari al di là dell’aver sbagliato in toto il progetto SF1000, sta nell’essersi arresa in partenza. Consapevole di non poter ribaltare la situazione non solo per quest’anno, ma pure per il prossimo per via delle nuove regole imposte dalla FIA relative al congelamento dello sviluppo delle monoposto, il Cavallino ha in pratica tirato i remi in barca, rimandando l’appuntamento con qualche risultato utile al 2022, se tutto va bene.
Un atteggiamento arrendevole, confermato anche in Russia dallo stesso boss Mattia Binotto e dai due piloti Vettel e Leclerc, sul carattere minimo delle novità portate in pista. Se la macchina non va, dunque, non ha senso investirci tempo e denaro. Questo deve essere il pensiero che sta correndo nelle menti dei vertici della Squadra Corse, ma così facendo non si va da nessuna parte. Anzi. Per Sebastian e Charles più ci si addentrerà nella stagione, più complicato diventerà.
Al contrario, in maniera più intelligente, la dominatrice Mercedes, ogni GP sta portando piccoli aggiornamenti capaci di incidere sulla prestazione generale della W11 e di renderla sempre più competitiva. In sintesi, ben sapendo di non poter stravolgere l’auto per la campagna 2021 stanno integrando man mano le evoluzioni.
La domanda che ci poniamo è quindi, come mai in zona Modena, almeno per orgoglio non seguono l’atteggiamento pro-attivo dei rivali? Dati alla mano, non fermarsi paga e ogni weekend le Frecce Nere dimostrano di essere nettamente superiori agli altri.
Chiara Rainis