Continua a suscitare perplessità l’uscita di scena improvvisa della Honda dalla F1, ma soprattutto è il rinnovo con Indy a far sorgere molti dubbi.
Il marchio Honda sulle fiancate della Red Bull (Foto Mark Thompson/Getty Images/Red Bull)Che il Circus fosse in crisi di appeal ormai da tempo è cosa nota, ma che addirittura un costruttore come Honda avrebbe deciso in fretta e furia di tagliare la corda, quello era davvero oltre ogni immaginazione. Proprio adesso che con la Red Bull cominciava a vincere e a riscattarsi dagli anni terribili da motorista McLaren ha gettato la spugna.
Il motivo ufficialmente dichiarato per questa fuga dalla F1 sarebbe legato all’esigenza di indirizzare tutte le risorse disponibili nello sviluppo di tecnologie sostenibili e amiche dell’ambiente, ma in realtà potrebbe esserci dietro qualcosa di ben diverso. Come detto la massima serie a ruote scoperte non suscita più il richiamo di pubblico e marketing della sua epoca d’oro e pure sul fronte dell’evoluzione tecnica, a causa del congelamento imposto dalla Federazione a seguito dell’emergenza Covid non rappresenterebbe più una frontiera interessante. In pratica l’investimento massivo richiesto non varrebbe la candela.
Il tradimento con l’America
Mentre in queste ore Lewis Hamilton si mostra sui social al fianco della Mercedes Vision EQS completamente elettrica di cui è stato eletto testimonial, quasi a sancire e sottolineare la forte vicinanza tra la F1 e la propulsione al 100% verde, fa specie la scelta della Casa di Sakura di rinnovare il matrimonio con la IndyCar. E non per un anno o due, ma per ben dieci. Il perché di tanto clamore è semplice da spiegare. La categoria a stelle e strisce dal 2021 comincerà ad adottare l’ibrido, con unità V-6 biturbo da 2,4 litri per 900 cv di potenza. Una plateale contraddizione, almeno in apparenza, visto che la tecnologia mista è quella che ha abbandonato con il divorzio dal Grande Circo. Però evidentemente, fatti due conti, ne avrà valutato la convenienza ed è proprio ciò che dovrebbe portare a riflettere la FIA e soci.
Chiara Rainis