Il quarto posto nel Gran Premio di Francia non soddisfa Andrea Dovizioso, ma gli permette di portarsi a soli sedici punti dalla testa del Mondiale MotoGP
Un po’ di rammarico c’è, nelle parole di Andrea Dovizioso al termine del Gran Premio di Francia di MotoGP. Ed è comprensibile, perché il potenziale della Ducati a Le Mans lo ha dimostrato il suo compagno di squadra Danilo Petrucci, vincendo la gara. E Desmodovi era riuscito anche a tenere il passo di Petrux per quasi due terzi della gara, prima di andare in crisi di gomme e scivolare in quarta posizione, fuori dal podio.
“Sono un po’ deluso, perché oggi credevo di poter ottenere un risultato migliore”, afferma il pilota di Forlì. “Danilo era molto veloce e stava guidando veramente bene. Sono riuscito a stare con lui per quasi tutta la gara, ma sul finale abbiamo forse pagato una scelta di gomma errata. Montavo una soft sia all’anteriore che al posteriore e negli ultimi giri non riuscivo più a curvare correttamente. In queste condizioni è sempre difficile fare la scelta corretta, perché non sai mai se la pista rimarrà completamente bagnata o inizierà ad asciugarsi”.
Dovizioso più vicino alla testa della MotoGP
Si poteva fare di più, dunque, ma con l’acqua le insidie aumentano e anche solo portare la moto al traguardo è sempre un’impresa: “Quando si corre con la pioggia è normale che tutti si aspettino che noi facciamo una gran differenza, ma poi la gara è sempre da fare…”, racconta Dovizioso ai microfoni di Sky Sport. “Tante volte ci si è chiuso l’anteriore, o abbiamo rischiato di cadere, e in televisione si fa fatica a vederlo”.
Guardandola in ottica di campionato, questa quarta piazza, in coincidenza con il nono posto del leader Fabio Quartararo, permette ad Andrea di recuperare terreno, e di portarsi a soli diciotto punti dalla testa della classifica generale: “Alla fine dobbiamo essere contenti: siamo a domenica, dopo la corsa, e abbiamo guadagnato punti rispetto al giovedì, prima di scendere in pista. Questo è positivo. E ora siamo già concentrati sulla prossima gara ad Aragon”.
La scalata all’iride, dunque, è complicata, ma non ancora impossibile: “Anche sull’asciutto avremmo fatto bene: quanto, non possiamo saperlo. Questo ci fa capire che gli avversari sono molto molto forti, ma anche loro hanno i loro limiti”, conclude Dovizioso. “Quindi cerchiamo di raccontarcela un po’ e andare avanti fino alla fine, credendoci e lavorando. È difficile, perché non siamo i più veloci e non possiamo dettare il passo, ma alla fine siamo ancora lì. Il campionato è ancora aperto: è dura, ma proviamoci”.
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