Dominatrice assoluta della F1 dall’inizio dell’era ibrida, la Mercedes non ha nulla di cui preoccuparsi. L’unico cruccio è il futuro del boss Wolff.
Visto che ormai da anni lo scenario è sempre lo stesso, è giusto che un po’ di pepe venga aggiunto per creare interesse. La stagione 2020 sta regalando uno show ancora più ripetitivo de solito, non fosse per il guizzo di Pierre Gasly nell’anomalo GP di Monza, e per le sfortune di “Paperino” Bottas, che in qualche occasione ha privato la Mercedes di una doppietta altrimenti facile. Per questo, non essendoci argomenti degni di nota in casa Stoccarda, tutto si è spostato sulla questione dirigenza.
Cosa ne sarà di Toto Wolff?
La presenza nel board Aston Martin dell’austriaco ha fatto ipotizzare, soprattutto nei mesi scorsi, un suo passaggio a quella che oggi è vista come una sorta di scuderia minore delle Frecce Nere, senza contare l’amicizia di lunga data con Sebastian Vettel, prossimo pilota di punta dell’attuale Racing Point. A quanto pare però, o almeno secondo i vertici supremi del brand della Stella, il manager più potente del Circus 4.0 rimarrà in squadra anche la prossima stagione detenendo tra l’altro il 30% della proprietà. Per Ola Källenius, dunque, il rapporto tra le parti sarebbe più solido che mai, ma non solo. Il boss non dovrebbe neppure essere “declassato” al ruolo di direttore non esecutivo appartenuto fino a maggio 2019 al compianto Niki Lauda come si era vociferato in precedenza, anzi, come lo stesso 48enne aveva paventato in quanto stanco della vita stressante da responsabile maximo del muretto.
L’imprenditore svedese ha infine chiarito un altro punto chiacchierato nei mesi scorsi, ovvero quello della vendita dell’equipe allo sponsor Ineos. “E’ come se il Bayern di Monaco dovesse lasciare il calcio”, ha replicato utilizzando un paragone con il mondo del pallone. Cessione o non cessione, una cosa sembra essere certa. Da qui ai prossimi tre campionati le risorse che il brand tedesco dedicherà alla F1 saranno più che dimezzate.
Chiara Rainis