Tutto in Ferrari sembra ruotare attorno a Leclerc e adesso potrebbe arrivare anche il fratello Arthur, già membro dell’Academy.
Come ben sappiamo le esaltazioni della stampa hanno frantumato il già precario livello di umiltà di Charles Leclerc che, una volta entrato a pieno titolo in Ferrari, ha tolto la maschera e mostrato la sua vera personalità. Si vedano, o meglio, si sentano, i primi team radio del GP d’Australia 2019. Da allora di cose ne sono successe. Il monegasco ha firmato il suo primo successo rosso nella mitica Spa, bissando il risultato il weekend successivo a Monza ed entrando definitivamente nel ruolo di personaggio mediatico. Le sue vicende di cuore sono diventate patrimonio comune, il suo amore per la rete, idem, tanto da trascorrere il lockdown che ci ha investito a cavallo tra inverno e primavera tutto o quasi davanti al computer. Nel mezzo un importante aumento dello stipendio e il prolungamento del contratto fino al 2024. Non bastasse il #16 ha disintegrato psicologicamente il compagno di squadra Sebastian Vettel, ridotto ormai a mera comparsa, lontanissimo dal campione di un tempo, nonché pecora nera del gruppo.
E qui però bisogna dire che le glorificazioni non hanno trovato riscontro nei fatti. Dal round italiano dello scorso anno, il Principino è scomparso. In sintesi, non è stato più in grado di replicare le prestazioni precedenti, neppure quando da Singapore in poi aveva avuto tra le mani una SF90 che, secondo quanto sostenuto dalla FIA, era “dopata”. Ovviamente nulla si può pretendere da lui questa stagione. Fa quel che può e neppure tanto meglio di Seb, in azione con un’auto non aggiornata.
In ogni caso, siccome due è sempre meglio di uno, a Maranello avrebbero fatto un pensierino pure sul fratello minore Arthur, già membro della famiglia modenese e oggi protagonista nella F3 Regional con la Prema. Lui dal canto suo frena gli entusiasmi. “Chi mi vede già in Ferrari dovrà avere pazienza”, le sue parole ad F1i.com, ma c’è da credere che per amore del marketing il Cavallino non scarterà l’ipotesi.
Chiara Rainis
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