La positività al Covid di Stroll emersa solo in queste ore fa sorgere molte domande su come viene gestita la F1. Siamo sicuri che il silenzio paghi?
Gare con un vincitore e un podio scontati, GP con un numero ridottissimo di sorpassi, piloti anonimi, assenza di personalità. Queste in linea di massima le accuse che vengono sempre rivolte al Circus contemporaneo. Forse però si dimentica qualcosa. Soprattutto quest’anno abbiamo assistito ad episodi sconcertanti che se replicati potrebbero allontanare ulteriormente i tifosi. Prima la questione della Ferrari con l’accordo sottobanco tra la scuderia e la FIA e la presunta irregolarità della SF90 rimasta sospesa, poi il copia-incolla operato dalla Racing Point, punito, ma solo in parte e non si sa perché, quindi l’improvvisa e sospettosa rinascita della Renault che da un evento all’altro è passata dall’essere quinta/sesta forza, a poter lottare per la top 3. Già solo questi tre elementi basterebbero per scoraggiare anche gli amanti più estremi della F1, ma gli ultimi avvenimenti hanno raggiunto “vette” ancora più alte visto che toccano la sfera della salute.
Ovviamente sono opinioni personali, ma il modo in cui il paddock sta gestendo l’emergenza Coronavirus lascia più di qualche perplessità. Facendo un paragone con il calcio, ogni positività, compresa quella del personale al seguito delle squadre, viene pubblicizzata e ribattuta da tutti i media, invece quanto accade in F1 resta nascosto. Non tutto, ma va molto a discrezione. Oggi giunge la notizia della della positività di Lance Stroll, dopo il GP dell’Eifel. Ma ne siamo proprio sicuri che fosse dopo? Il canadese per un presunto virus intestinale aveva fatto perdere le sue tracce già sabato mattina facendosi sostituire da Nico Hulkenberg. Una fuga che aveva destato subito qualche sospetto e che adesso ne fa sorgere altri. E che dire dei presunti casi che avrebbero toccato Alex Albon e Antonio Giovinazzi, tanto da spingere i dirigenti di Red Bull e Alfa Romeo a cercare un’alternativa? Acqua in bocca, figuriamoci. Unico a parlare è stato il talent scout energetico Helmut Marko, ma soltanto a “festa finita”…
Chiara Rainis