I malumori del box Haas sono noti da tempo, ma il doppio licenziamento di Grosjean e Magnussen sembra incentivato dalla Ferrari.
Alla vigilia del GP del Portogallo è arrivata la notizia. Romain Grosjean e Kevin Magnussen non faranno parte del team Haas nel 2021. Anche se nella F1 moderna non capita spesso di assistere ad una rivoluzione del genere all’interno di una formazione, quanto avvenuto non sorprende. Sono almeno due o tre stagioni che si parla di un possibile cambio di line-up nella scuderia americana, e le condizioni di questo anomalo 2020 hanno soltanto contribuito ad accelerare la pratica. D’altronde il boss Gunther Steiner aveva dovuto fare appello troppe volte alla pazienza e ai nervi saldi tra le intemperanze in pista del biondo di Roskilde con molteplici lavate di capo da parte della FIA, e le critiche a scudiera e macchina del ginevrino, tanto che giusto qualche settimana fa aveva avvisato pubblicamente lo svizzero della probabile cacciata. Tutto bene, quindi. Il divorzio era nell’aria, quasi scontato. Eppure qualche dubbio viene. La Ferrari, che all’equipe a stelle e strisce fornisce diverse componenti tra cui il motore, potrebbe aver spinto per il cambio totale, così da inserire uno dei driver della sua Academy, nella fattispecie il favorito adesso sarebbe Mick Schumacher. E se da un lato c’è un candidato dal cognome pesante, dall’altro c’è una valigia piena di rubli. Nikita Mazepin dovrebbe essersi assicurato il secondo sedile grazie al denaro offerto da papà Dmitry.
“Cerchiamo piloti di talento, ma non va dimenticato chi porta con sé importanti sponsorizzazioni”, ha ammesso a Motorsport.com il manager meranese. In poche parole in Haas sperano di prendere due piccioni con una fava: ripristinare il proprio valore in pista, ovvero quello della prima stagione in F1, possibilmente allontanandosi dalla polemiche tra incidenti e manovre opinabili delle due guide, e portare soldi in cassa, che in un momento del mondo tanto complicato rappresentano in ogni caso ossigeno.
Chiara Rainis
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