Costretto a casa per la sua quarantena da coronavirus, a Valentino Rossi non rimane che fare il team principal… in smart working!
Bloccato nella sua residenza di Tavullia dalla quarantena in seguito al suo contagio da coronavirus, a Valentino Rossi non resta che seguire il Motomondiale a distanza. E, non potendo salire in sella alla sua Yamaha, dedicarsi a fare il boss del suo Sky Racing Team VR46, anche se solo al telefono.
Il team manager Pablo Nieto ha infatti raccontato ai microfoni di Dazn quanto il Dottore sia stato vicino ai suoi ragazzi di Moto2 e Moto3 durante l’ultimo Gran Premio di Aragon, pur se in “smart working”, per così dire: “Da casa ci ha chiamato un po’ più del normale. Valentino ogni volta che ti chiama ti aiuta molto, soprattutto in virtù di tutto quello che ha passato. Siamo fortunati ad averlo. Da casa sembra completamente diverso, ma la verità è che qualsiasi suo consiglio devi sfruttarlo al cento per cento, perché ha un’esperienza incredibile e ci aiuta molto”.
Il sostegno di Valentino Rossi al suo team Sky VR46
E più migliora il suo stato di forma, più aumenta la frequenza del suo coinvolgimento: “La scorsa settimana stava fisicamente peggio e quindi ha passato più tempo a letto. Ma ora che sta iniziando a sentirsi bene e non può fare niente è più difficile per lui stare a casa e ci fa più la guerra, ma una guerra positiva. Gli dico come è la situazione e lui risponde: ‘Capito. Tutto chiaro’. Chiede un po’ di tutto, come è andato l’allenamento, la strategia delle gomme che sceglieremo. Lui è aggiornato su tutto”.
I risultati, purtroppo, non lo hanno soddisfatto, almeno nella prima delle due tappe ad Alcaniz. Nella classe di mezzo, in particolare, sia Luca Marini che Marco Bezzecchi sono finiti per terra: “Valentino Rossi era sconvolto, come tutti gli altri, ma l’ha vissuto più volte. Ci ha detto che ci mancano cento punti, che sono tanti. E che dobbiamo continuare a spingere”.