Presente nel collegio dei commissari selezionati per il GP del Portogallo Petrov è stato costretto ad abbandonare il circuito per l’assassinio del padre.
Già al centro di numerose polemiche nei giorni scorsi Vitaly Petrov è stato raggiunto da una terribile notizia mentre di trovava sul tracciato di Portimao, dove stava svolgendo il ruolo di stewart per la F1. Nel pomeriggio di sabato il padre Alexandr è stato ucciso a colpi di arma da fuoco nella sua casa di Vyborg. Il 61enne era un personaggio importante della Vyborgskij Rajon per le sue attività imprenditoriali e l’impegno politico. Secondo quanto diffuso dalla stampa si sarebbe trattato di un vero e proprio attentato.
Per sostituire l’ex Renault è stato chiamato Bruno Correia, pilota della Safety Car in Formula E.
Il caos sulle dichiarazioni anti-LGBT
Il 36enne di recente era rimbalzato all’onore delle cronache per alcuni commenti sul movimento Black Lives Matter che difende i diritti delle persone di colore e delle minoranze in generale. Nella fattispecie aveva espresso delle considerazioni sull’omosessualità. “Se un driver ammette di essere gay, tutti devono essere obbligati a diventarlo?”, la sua anomala domanda su un argomento tabù in Russia. Un interrogativo che non è passato inosservato all’orecchio attento di Lewis Hamilton che, arrivato in Portogallo si è lamentato per la scelta della Federazione di sceglierlo nel board.
“Non dovrebbero essere più tollerati certi comportamenti”, ha affermato l’inglese. “Mi sorprende che sia stato chiamato qualcuno che ha un simile credo e lo manifesta apertamente nonostante si stia facendo di tutto per combatterlo”. Se il sei volte iridato è stato intransigente verso le posizioni del russo, il suo connazionale Daniil Kvyat, che pure si era schierato contro l’inginocchiamento, ha condannato ma solo in parte le parole del collega, sostenendo che ognuno deve avere il diritto di dire ciò che pensa. E in effetti se fosse il contrario saremmo in una dittatura…
Chiara Rainis