Tornati di moda negli ultimi tempi con annesse polemiche, i piloti paganti hanno incassato l’appoggio del boss Mercedes Wolff.
Il merito. Quello sconosciuto. Oggi in F1 sembra che l’unico modo per entrare sia quello di possedere risorse senza fine. Gli sponsor non bastano più e la lezione Haas ce lo insegna alla perfezione. Se non si dispone di un genitore tanto ricco da poter rilevare una scuderia non ci sono possibilità. Basti chiedere a George Russell che approdato a suon di risultati nelle formuline sta rischiando il posto proprio per quello. Il talento è sacrificabile, il denaro no. Eppure c’è chi di un tale degrado non si preoccupa, al contrario si compiace. Stiamo parlando di Toto Wolff secondo cui tutti i piloti sullo schieramento 2020 sarebbero meritevoli. In particolare Lance Stroll, sotto i riflettori per essere il figlio del patron Racing Point. Beh, in fin dei conti essendo azionista Aston Martin, l’austriaco non poteva fare altro che difendere il canadesino.
“Credo che soffra per l’etichetta da figlio di papà e non è giusto”, ha dichiarato il manager delle Frecce Nere a motorsport-magazin.com. “Lui non è responsabile dei successi del padre. A mio avviso è notevole che un ragazzo con quel background abbia accettato di fare uno sport tra i più difficili al mondo”.
Giusto per non scontentare nessuno il manager viennese ha preso le difese pure di Nicholas Latifi, il cui babbo possiede delle azioni McLaren. “E’ alla sua prima stagione per cui è normale che non sia sempre al top. Tutti i ragazzi che arrivano adesso nel Circus hanno comunque vinto delle corse nelle categorie minori”, ha voluto evidenziare, prima di prendere le parti dell’ultimo valigiato in lizza per un sedile nella massima serie, ovvero Nikita Mazepin, figlio di un potente oligarca russo. “Si sta battendo per le prime posizioni in F2 e ha firmato diverse vittorie. Cinque, sei anni fa, la situazione era decisamente peggiore. Non voglio fare nomi, ma avevamo driver presenti soltanto perché pagavano”, ha chiosato il 48enne.
Chiara Rainis