Joan Mir comanda la classifica a tre gare dalla fine del Mondiale, ma a Valencia non vuole fare calcoli: “Sarebbe un errore, serve un compromesso”.
Joan Mir comanda la classifica della Top Class con 137 punti, a +14 da Fabio Quartararo e +19 da Maverick Vinales. Il pilota Suzuki non ha mai vinto nessuna gara, ma si è dimostrato il più costante con sei podi. A tre gare dalla fine del campionato non vuole fare troppi calcoli, arriverà al doppio GP di Valencia con la solita mentalità, certo che cambiando strategia si potrebbe incorrere in errori. “Penso che ora più che mai sarebbe un grosso errore [cambiare strategia]”, ha detto Mir a Crash.net. “Ma dobbiamo essere veloci e quando cerchi di essere veloce corri dei rischi. Puoi sbagliare. L’importante è trovare un equilibrio per quel rischio”.
Ma a Teruel qualche calcolo l’ha dovuto fare. Quando ha visto che Franco Morbidelli e Alex Rins erano più veloci non ha spinto oltre il limite del possibile, accontentandosi del terzo posto. “Perché continuare a spingere, rischiando una caduta, se già so che non posso vincere questa gara? Non dobbiamo pensare al campionato in certi momenti. Come nei primi giri, non pensavo affatto al campionato. Stavo solo pensando di dare il 100%, tutto quello che potevo fare”.
Calcoli e strategia solo a Portimao
Per questo finale di Mondiale Joan Mir andrà alla ricerca del giusto compromesso: spingere al massimo come ha sempre fatto dalla prima gara di Jerez, magari cercando anche di agguantare la sua prima vittoria in classe regina. Ma vietato sbagliare. “Valencia sarà davvero importante per essere competitivo e forte. Penso che sarà allora che potremo decidere un po’ il campionato”. Nessun calcolo e nessun ordine di scuderia, almeno fino alla vigilia dell’ultimo round a Portimao. “Questa volta è diverso. Sento ovviamente che la pressione è sempre la stessa, ma mi è arrivata un po’ più tardi perché è anche un po’ diverso. Ci sono molti piloti che possono lottare per il campionato, quindi non puoi commettere errori”. Nelle sue mani un’impresa storica: riportare il titolo mondiale della classe regina a casa Suzuki, dopo l’ultimo trionfo iridato nel 2000 ad opera di Kenny Roberts Jr.
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