Le squadre hanno concordato un tetto di 25,5 milioni di euro all’anno per gli stipendi dei piloti. Brutta notizia per Lewis Hamilton
Ha tirato per le lunghe il rinnovo del suo contratto con la Mercedes che scade alla fine di questa stagione. Ma ora Lewis Hamilton si ritrova improvvisamente a doversi affrettare a firmare il nuovo accordo, almeno se vorrà mantenere il suo maxi stipendio da 44 milioni di euro a stagione che ha proposto per i prossimi tre anni.
Proprio nei giorni scorsi, in occasione di un summit svolto a Portimao, infatti, tutte le scuderie all’unanimità hanno concordato di introdurre una nuova regola, che è destinata ad entrare in vigore a partire dal 2023, per introdurre un tetto agli ingaggi dei piloti fissato a 25,5 milioni di euro all’anno.
Questo significa che, se la nuova regola verrà ratificata prima della sua riconferma, il campione del mondo in carica vedrà i suoi guadagni drasticamente ridotti, di circa la metà, dopo le prossime due stagioni. Se invece riuscirà ad accordarsi prima dell’adozione ufficiale della nuova norma, molto probabilmente dovrebbe riuscire a mantenere il suo attuale livello d’incassi (che si aggira intorno ai 38 milioni all’anno, più o meno come quelli di Sebastian Vettel), o addirittura ad incrementarlo.
I team vogliono ridurre i salari dei piloti
Questa nuova mossa rappresenta di fatto un’estensione del tetto ai budget che verrà imposto a partire dal 2022 sulla spesa dei team per lo sviluppo della vettura. Il tentativo che sta dietro a queste idee non è solo quello di ridurre i costi, nel pieno della crisi economica da coronavirus, ma anche di ridurre i disequilibri tra i team minori e quelli maggiori.
“Se si vuole spendere molti soldi per un pilota allora non si possono adottare altre soluzioni”, ha recentemente commentato in merito il team principal della Haas, Guenther Steiner. “Questa misura dovrebbe ristabilire condizioni di parità e penso che i salari finirebbero per aggiustarsi da soli e ridursi ad un livello inferiore rispetto a quello attuale”.