Jean Todt, presidente della Fia, denuncia un ricatto della Red Bull per far accettare il congelamento dei motori a partire dal 2022
Quella che la Red Bull sta portando avanti per convincere la Fia ad accettare le sue proposte sul nuovo regolamento per i motori non sarebbe una semplice pressione. A sentire il parere del presidente della Federazione internazionale dell’automobile, Jean Todt, si tratterebbe di un vero e proprio “ricatto”.
I Bibitari, nello specifico, hanno minacciato di lasciare la Formula 1 se non andrà avanti il congelamento dei propulsori a partire dal 2022, che consentirebbe loro di acquisire le strutture della Honda e proseguire a realizzare in proprio le power unit. “Rispetto qualsiasi opinione e qualsiasi proposta, ma non mi consentirò di essere ricattato”, ha dichiarato Todt questa settimana ai microfoni della rivista specializzata tedesca Auto Motor und Sport. Un’accusa che Helmut Marko, il plenipotenziario delle Lattine, ha respinto al mittente.
“Non si tratta di ricatto, si tratta di fatti”, ha commentato a proposito della minaccia di addio. “Se non verrà bloccato lo sviluppo, non potremo portare avanti il progetto Honda. Con motori complessi come questi, non è possibile condurre un ulteriore sviluppo senza un centro come Sakura. E i costi non sarebbero accettabili”.
Né la Red Bull sarebbe disposta a tornare ad utilizzare motori clienti: “Prima dovremmo trovare un accordo con Ferrari o Renault (la Mercedes li ha già esclusi, ndr), che sembra semplice ma non lo è”, spiega l’ex pilota austriaco. “Potete immaginare cosa succederebbe se battessimo la squadra ufficiale con un motore Ferrari. E alla Renault c’è nuova fiducia nei loro futuri successi grazie al loro nuovo motore e al signor Alonso. Le regole impongono un trattamento equo, ma ci sono diversi modi per creare differenze. Se non troveremo un accordo, l’uscita è un’opzione per noi. Abbiamo semplicemente mostrato la realtà”.
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