Andrea Dovizioso ha l’obbligo di continuare a credere nel titolo, fino a quando l’aritmetica non lo condannerà: “Tutto può succedere”.
Andrea Dovizioso è ancora aritmeticamente in corsa per il titolo mondiale, ma non si fa illusioni. Sono 32 i punti di distacco da Joan Mir e per ambire al trono della MotoGP deve sperare in un feeling con la Ducati GP20 perfetto, come mai è veramente stato in questa stagione, ad eccezione della prima gara austriaca.
Paradossalmente al comando della classifica c’è Joan Mir che non ha mai vinto una gara, ma ha collezionato sei podi, frutto di una costanza che nessun pilota ha avuto nel 2020. Poco importante in un campionato così particolare, contrassegnato dall’emergenza Covid. “Non credo sia molto importante – ha detto Andrea Dovizioso in merito al maiorchino della Suzuki. “Soprattutto in una stagione come questa che è stata strana per molte ragioni. Alla fine, ciò che conta sono i punti. Questo è tutto. Tutti vorrebbero vincere, ma non è questo il punto. Quindi no, non credo che debba farlo”.
Nello sprint finale per aggiudicarsi il titolo si inserisce anche Franco Morbidelli, vincitore della sua seconda gara stagionale a Teruel. “Certo, anche Morbidelli può lottare per il titolo. Perché lavora bene per la gara e tutto può succedere in una stagione come questa con tanti alti e bassi. Non voglio dire che altrimenti non vedrei Morbidelli come candidato al titolo, assolutamente no. Penso che abbia una buona moto e sia in una buona squadra dove può lottare tranquillamente per il titolo”.
Difficile fare previsioni per il doppio round di Valencia. L’obbligo è provarci fino alla fine, fino a quando la matematica non gli darà torto. “Cerchiamo di restare calmi. Una settimana a casa è positiva, così puoi lasciarti un po’ alle spalle questa brutta sensazione – ha concluso il Dovi -. E poi vedremo. Dopotutto sarà novembre e arriveremo su due piste dove tutto può succedere, anche per quanto riguarda il tempo”.
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