Ducati e Suzuki protestano per la penalità inflitta solo alla Yamaha e non ai suoi piloti. Ma Vinales dovrà partire comunque dai box
Il giorno dopo la sanzione inflitta alla Yamaha per aver modificato, senza autorizzazione, le valvole dei suoi motori al Gran Premio di Jerez del luglio scorso, nel paddock della MotoGP esplode la polemica. La sentenza pilatesca della Federazione motociclistica internazionale è riuscita a scontentare tutti.
La Casa dei Diapason, che si è vista decurtare punti nelle classifiche costruttori e team, ma anche gli avversari, che chiedevano una punizione anche per i piloti. Il primo a far sentire con forza la sua voce critica è stato Marc Marquez, con un tweet di fuoco sui social network.
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Ma oggi non si sono fatte attendere anche le proteste dei boss di diverse squadre. Paolo Ciabatti, direttore sportivo della Ducati, spiega a Sky Sport che “ieri si è tenuta una riunione dell’associazione costruttori, il cui abbiamo accettato che venisse penalizzata solo la Yamaha, senza toccare i piloti, come hanno poi deciso effettivamente i commissari. Lo rispettiamo, perché avranno ritenuto che l’errore sia stato solo della Yamaha, ma questo crea un precedente pericoloso. Dal nostro punto di vista, però, piloti, squadra e Casa devono essere soggetti tutti a penalità, in caso di irregolarità”.
Gli fa eco Davide Brivio, team principal della Suzuki, il quale sostiene che “questa sentenza getta un’ombra sul campionato della Yamaha, perché nella prima gara hanno fatto punti pesanti con moto irregolari. Non hanno voluto influenzare il campionato piloti: vincere o perdere, è meglio farlo sul campo, alla pari. Ma alla fine le classifiche team e costruttori contano poco: se vinci lo pubblicizzi, se perdi non importa a nessuno”.
Fatto sta che, dal punto di vista formale, nessuno degli avversari intende presentare ricorso, quindi la questione si chiuderà qui. Né si appellerà la stessa Yamaha, che ha ammesso gli illeciti, pur affermando di averli compiuti in buona fede: “A causa di un’errata comprensione del regolamento, Yamaha ha omesso di notificare preventivamente e di richiedere l’approvazione dell’associazione costruttori per il cambio delle valvole da parte di due fornitori”, ha scritto il marchio di Iwata in una nota. “Yamaha desidera chiarire che non vi è stato alcun intento malevolo nell’utilizzo delle valvole di due diversi fornitori, poiché sono state prodotte secondo la stessa specifica di progetto”.
Resta il fatto che i motori oggetto dell’inchiesta non potranno più essere schierati e per questo motivo Maverick Vinales dovrà utilizzare un sesto propulsore in questo weekend di gara di Valencia. Sforando così il limite di cinque previsto dal regolamento per l’intera stagione e dovendo partire dalla pit lane nella corsa di domenica. Un’ulteriore penalità indiretta ma pesante per lo spagnolo, che attualmente si trova al terzo posto e deve recuperare in campionato diciannove punti dal connazionale Joan Mir.
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