Jorge Viegas, presidente Fim, e Carmelo Ezpeleta, ad Dorna, commentano così la squalifica di quattro anni inflitta ad Andrea Iannone
Anche i vertici del Motomondiale testimoniano la loro vicinanza ad Andrea Iannone, all’indomani della sentenza del Tribunale arbitrale sportivo di Losanna, che lo ha condannato a quattro anni di squalifica per essere risultato positivo ad un controllo antidoping.
Una sentenza esemplare, quella che ha colpito il Maniaco, che rischia di mettere la parola “fine” alla sua presenza agonistica nelle due ruote: quando si concluderà il periodo di sospensione dalle gare, infatti, il pilota di Vasto avrà ormai compiuto 35 anni ed è difficile immaginare un suo possibile ritorno ad alto livello nel massimo campionato motociclistico.
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Ezpeleta: “Iannone non se lo meritava”
Per questo il giudizio emesso ieri dalla corte appare estremamente severo anche al presidente della Federazione motociclistica internazionale, Jorge Viegas. Che contesta però al centauro abruzzese la decisione di presentare appello contro il primo verdetto, firmato proprio dalla sua Fim, che aveva previsto per lui uno stop di soli diciotto mesi.
Così facendo Iannone si è esposto al contro-ricorso dell’agenzia antidoping internazionale Wada. “Mi dispiace molto che la carriera di un pilota possa finire in questo modo”, ha commentato Viegas ai microfoni della Gazzetta dello Sport, “ma non avrebbe dovuto contestare la sentenza della Fim perché la Wada di solito ha la mano pesante”.
L’amministratore delegato della Dorna, la società spagnola che organizza la MotoGP, Carmelo Ezpeleta, punta invece il dito proprio contro la Federazione, che ha consentito al Tas di imporre una squalifica così pesante proprio ad un loro atleta. “Non capisco perché la Fim abbia accettato che un altro organo potesse peggiorare la prima sentenza. Sono dispiaciuto per Andrea, in assoluto non si merita questo”, chiosa don Carmelo.
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