Davide Brivio sottolinea quanto sia importante l’investimento tecnico e umano in classe regina. Domenica Joan Mir potrebbe confermarsi campione del mondo.
Per Suzuki è un week-end che potrebbe diventare storico, in cui può raggiungere il titolo mondiale della classe dopo oltre un ventennio. L’incredibile storia di un team ritornato alla MotoGP appena cinque anni fa e alla ribalta in questa stagione con il suo giovane pupillo Joan Mir, alla sua seconda stagione nella massima serie. Aprilia proverà a seguire la medesima filosofia Suzuki e che ha intrapreso anche Ducati: “Se ti va bene ci provi – ha detto Davide Brivio a Sky Sport MotoGP -. Noi abbiamo usato questa politica, piace a Suzuki, la scelta non è facile. Ci pensi per qualche settimana, meglio questo, meglio quello…”.
Quando si è trattato di dover scegliere tra Jorge Lorenzo e Joan Mir la casa di Hamamatsu non ha avuto remore a scegliere il giovane proveniente dalla Moto2. “Avevamo pochi dubbi su Mir. L’idea era di costruire qualcosa nel tempo, non qualcosa che duri un anno o due. Siamo passati attraverso tre rookie, Vinales, Rins e Mir, il primo anno lo devi sprecare, è un investimento. Una squadra che sa di dover perdere un anno in termini di risultati richiede coraggio”, ha sottolineato il team manager Davide Brivio. Suzuki ha investito sia sul piano tecnico che umano e domenica potrebbe scrivere la storia. “Sappiamo la posta in palio, ma cerchiamo di normalizzare questo week-end come abbiamo fatto con gli altri. Vedo Joan tranquillo come al solito, stiamo pensando alla gara. Anche Alex ha voglia di fare un bel risultato”.
Non ci saranno ordini di scuderia, ma un invito alla prudenza tra compagni di squadra e non solo. Uno zero potrebbe mettere a rischio il sogno di Joan Mir e della casa giapponese. Difficile descrivere il segreto del successo: “Questa squadra è partita da zero e abbiamo sempre prestato attenzione alla scelta delle persone da inserire in squadra. Nel debutto del 2015 pensavamo fosse una campagna difficile, abbiamo scelto gente motivata, proveniente dalla Moto2, gente non troppo affermata. Ci abbiamo messo tutti il nostro impegno – ha concluso Davide Brivio -, i piloti che abbiamo sempre preso dovevano essere stimolati”.