Lewis Hamilton chiude il venerdì al GP di Turchia a otto decimi dalla vetta. Colpa, spiega lui, dell’asfalto di Istanbul che non ha aderenza
Una volta tanto è la Mercedes che si ritrova a inseguire, al termine del venerdì di prove libere del Gran Premio di Turchia. Ma Lewis Hamilton ha già individuato il colpevole: il circuito di Istanbul.
Riasfaltato appena due settimane fa, giusto in tempo per il ritorno del Mondiale per la prima volta dal 2011, e reso ulteriormente scivoloso dalle basse temperature. “Oggi, ad essere onesto, è stato un po’ un disastro”, ha commentato Hamilton. “Questa pista è fantastica e non ho capito perché abbiano dovuto spendere milioni per riasfaltarla, quando sarebbe bastato ripulirla. Ora è peggio di Portimao”.
Questa mancanza di aderenza ha penalizzato in particolare il campione del mondo in carica, che ha chiuso ad oltre otto decimi di distacco dal leader di giornata, Max Verstappen. “Almeno per noi, le gomme non funzionano”, prosegue l’anglo-caraibico. “Lo vedete: è come guidare sul ghiaccio, non è divertente e non penso che la situazione migliorerà. È solo terrificante, come se ci fossero chiazze di umido lungo tutta la pista”.
Come se non bastasse, Lewis rincara la dose: “Siamo ben al di sotto della finestra ideale di temperatura per sfruttare le gomme. E per qualche motivo questo asfalto è troppo liscio, piatto e lustro, come se trasudasse olio. Una m…a con la M maiuscola”. Queste difficoltà di gestione degli pneumatici hanno impedito alla Mercedes di portare avanti il consueto lavoro sugli assetti.
“Non ho cambiato un singolo aspetto della macchina oggi, perché se le gomme non funzionano non si riesce a capire nemmeno quale sia l’equilibrio”, conclude. “Alcuni altri piloti sembrano riuscire a farle funzionare: le Red Bull, ad esempio, stanno andando molto bene. Noi abbiamo sicuramente del lavoro da fare stanotte e cercheremo di dare il massimo”.
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