Il direttore di gara della F1, Michael Masi, si difende dalle accuse mosse da Sebastian Vettel, riguardo la decisione presa in qualifica
“Tolleranza zero”. Non ha usato parole lievi Sebastian Vettel nei confronti del comportamento dei commissari di corsa del Gran Premio di Turchia, sottolineando la pericolosità della decisione di far ripartire le monoposto durante le qualifiche quando in pista c’era ancora il carro attrezzi che stava rimuovendo la vettura incidentata di Nicholas Latifi.
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Una scena che ha ricordato in maniera inquietante quella costata la vita a Jules Bianchi, che in circostanze analoghe finì fuori pista e si scontrò contro una gru parcheggiata nelle vie di fuga. Ma ai duri attacchi di Vettel ha risposto il direttore di gara della Federazione internazionale dell’automobile, Michael Masi, difendendo la scelta del collegio dei giudici.
La difesa del direttore di gara Masi
“Come ho detto ieri, il carro attrezzi era piuttosto vicino all’apertura delle barriere e stava uscendo”, ha spiegato. “Ci sono state date rassicurazioni che la pista sarebbe stata libera. E, guardando la situazione, ero più che tranquillo. Con il senno di poi si sarebbe fatto qualcosa di diverso, ma sulla base delle informazioni disponibili in quel momento, quella è stata la decisione che abbiamo preso. Ovviamente c’era comunque la doppia bandiera gialla, come da normale protocollo, anche quando le macchine non erano in pista. E, inoltre, il settore è stato esteso anche oltre. E si trattava di un giro d’uscita”.
La difesa di Masi prosegue: “Dalla prospettiva della Fia rivalutiamo ogni episodio, più o meno importante, in ogni momento della sessione, e continuiamo a imparare da ciò che succede. Non siamo diversi dai team che continuano ad imparare da ogni elemento del weekend. Per noi la sicurezza è la priorità numero uno”.