Joan Mir chiude con un ritiro la stagione 2020 che lo ha visto confermarsi campione del mondo. Ma Suzuki deve cedere il Mondiale Costruttori alla Ducati.
Joan Mir si conferma campione del mondo a Valencia ma si zittisce a Portimao. Terzultimo nelle qualifiche, non decolla mai nel week-end portoghese e in gara non arriva alla bandiera a scacchi per un problema di elettronica. Alex Rins non va oltre la 15esima posizione, motivo per cui la Suzuki è stata colta alla sprovvista da Ducati e Yamaha nell’ultima gara del Campionato Costruttori ed è scesa dal 1° al 3° posto.
Sul circuito di Algarve il campione maiorchino non ha mai trovato il feeling con la sua GSX-RR. La moto di Hamamatsu sembrava dovesse chiudere in bellezza la stagione MotoGP 2020, invece entrambi gli alfieri non sono mai apparsi nelle posizioni di vertice sin dalle prove libere del venerdì. Nel primo giro Joan Mir è risalito fino all’11° posto, nel secondo ha toccato Johann Zarco sulla ruota posteriore, ha dovuto raddrizzare la Suzuki in curva ed è ricaduto al 19° posto. Si è scontrato anche con Pecco Bagnaia, l’italiano si è infortunato alla spalla destra e si è dovuto ritirare.
Il campione è rimasto fermo al 16° posto fino al 14° giro, poi ha preferito rientrare ai box per non rendersi pericoloso per sé e per gli altri. “Una giornata sfortunata”, ha detto Joan Mir. “Nei primi due giri mi sono sentito molto bene, non ho idea di come sia ruscito a superare così facilmente. Deve essere stato a causa dell’adrenalina. Poi l’elettronica è entrata in sciopero, sia per l’incidente con Zarco che con Bagnaia. Devo scusarmi con Pecco, sono stato troppo aggressivo. A volte critico questo tipo di manovra: non era sporca, ma non la migliore, mi dispiace. Alla fine ho rinunciato perché il controllo di trazione ha funzionato solo per pochi punti, il che era molto pericoloso. È un peccato che ho dovuto concludere la stagione in questo modo”.
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