Dietro al deficit prestazionale della Ferrari non ci sarebbe solo il motore. Vettel rivela i punti deboli della SF1000.
Se in tempi recenti il team principal Mattia Binotto ha inquadrato i problemi della Rossa riducendoli ad un mancanza di circa 40-50 cv rispetto alla rivale Mercedes, per Sebastian Vettel, ormai con la testa al 2021 e all’Aston Martin i grattacapi che dovranno risolvere a Maranello sarebbero ben altri. Certo, il propulsore poco potente ha svolto un ruolo fondamentale nel disastro di quest’anno che ha coinvolto, loro malgrado, anche le clienti Alfa Romeo e Haas, ma secondo il tedesco ci sarebbe qualcosa di ancora più preoccupante. “In termini di performance della power unit siamo regrediti dal 2019”, ha analizzato alla brasiliana Globo. “Sul fronte generale della vettura, invece, sono stati fatti piccoli progressi. La SF90 era piuttosto efficiente, avevamo molto downforce e poco drag. La monoposto attuale, invece, ha sì più deportanza, ma soffre altresì di maggiore resistenza all’aria, il che è un guaio”. Sarebbero dunque più di una le pecche di un progetto che ha cominciato a fare acqua sin dai test invernali. Però di questo, a breve, il quattro volte iridato non dovrà più preoccuparsi perché la patata bollente passerà nelle mani di Carlos Sainz che, ancora con la tuta McLaren, si è già detto stanco di rispondere a continue domanda sul suo prossimo box.
In particolare, confidandosi con motorsport-magazin.com lo spagnolo ha affermato di non gradire chi gli chiede in loop se non si sia pentito di aver firmato per la squadra di Modena. “Mi dà fastidio perché la risposta la sapete già e non capisco il motivo di ripetersi”, si è lamentato. Il figlio d’arte però dovrà farsene una ragione. Da quando diventerà portacolori della Rossa verrà martellato di interrogativi pungenti e sempre uguali. Per il momento, il suo pensiero resta comunque all’impegno con l’equipe di Woking. Poi a fine anno ci sarà il trasferimento dall’Inghilterra all’Italia, preteso dal Presidente John Elkann, per essere più vicino alla fabbrica e contribuire allo sviluppo della macchina. Un cambio casa obbligato che il #55 ha preso bene, avendolo già fatto per la sua attuale scuderia.
Chiara Rainis