La stagione di MotoGP 2020 è stata molto particolare. Alcuni piloti si sono messi in luce, mentre altri hanno vissuto un’annata difficile.
Con la gara di Portimao si è chiusa una delle stagioni più pazze di sempre in MotoGP. L’infortunio di Marquez durante la prima gara aveva aperto un po’ a tutti le porte del Mondiale, ma alla fine il titolo, tra tanti tira e molla è andato a Joan Mir. Lo spagnolo ha avuto una continuità eccezionale che lo ha portato a vincere meritamente il campionato.
Tra i vincitori di questa stagione però c’è sicuramente Franco Morbidelli che, partito come 4a scelta Yamaha, ha chiuso come miglior pilota del team di Iwata. Inoltre, senza nulla togliere a Mir, sulla sua stagione hanno pesato tantissimo il ritiro nel secondo GP di Jerez a causa di un problema tecnico e lo zero rimediato in Austria quando è stato tamponato da Zarco. Probabilmente l’italo-brasiliano senza quei due colpi a vuoto si sarebbe giocato il titolo sino alla fine.
Nonostante il titolo vinto dal compagno di squadra non è stata da buttare anche l’annata di Rins sul quale ha pesato l’infortunio di inizio anno. Senza, probabilmente, se la sarebbe giocata di più per questo Mondiale. Il tanto criticato Dovizioso, invece, ancora una volta merita di stare dal lato dei promossi. L’italiano tra mille difficoltà ha chiuso per l’ennesima volta un campionato come miglior rider della Ducati, a riprova del suo grande valore.
Annata positiva anche per Miller che ha confermato le buone impressioni del 2019 e si candida ad essere tra i protagonisti nel 2021 con la Ducati ufficiale. Meno bene è andata invece a Bagnaia, che tra infortuni ed errori ha potuto solo far intravedere il proprio talento, che c’è, ed è cristallino. Forse la sua promozione a pilota ufficiale, complice la rottura tra Ducati e Dovizioso, è avvenuta con un anno di anticipo, ma il rider torinese potrebbe già dire la sua nella prossima stagione.
Buone anche la stagione di Pol Espargaro che ha trovato una grande continuità di rendimento, sul suo giudizio però pesa l’assenza di un successo nell’anno in cui due su quattro piloti KTM sono saliti almeno una volta sul gradino più alto del podio. Molto positive anche l’annata di Binder e Oliveira, male Lecuona, che probabilmente è stato catapultato troppo velocemente in MotoGP. Lo spagnolo però va atteso.
Honda senza vittorie
In casa Yamaha, tolto Morbidelli, tutti rimandati. Se Valentino Rossi però tra COVID-19 e un’età non più verde può essere giustificato, stessa cosa non si può dire di Quartararo e Vinales. Il francese è apparso fragile nel momento decisivo della stagione commettendo qualche errore di foga. Lo spagnolo, invece, continua a palesare enormi problemi quando si trova invischiato in mezzo al gruppo. Entrambi al momento devono combattere, oltre che con una moto non sempre all’altezza, anche con i demoni che li affliggono.
Rimandata anche la Yamaha, troppi i motori andati in fumo durante la stagione e uno di questi probabilmente è costato il titolo a Morbidelli. Troppa rutta per essere vera anche la stagione di Petrucci, in grande difficoltà con la Ducati dall’inizio alla fine del 2020 eccetto parentesi Le Mans. Positivo, invece, il campionato di Zarco, che nel 2021, nel Team Pramac, potrà sicuramente sorprendere tutti.
Disastro in casa Honda, che senza Marquez è stata l’unica casa, insieme all’Aprilia, a non riuscire a vincere nemmeno un GP. Brutta stagione per Crutchlow, che saluta la MotoGP in malo modo, complice, probabilmente, i tantissimi infortuni degli ultimi due anni che ne hanno minato la condizione fisica.
Nel complesso sufficiente la prima stagione di Alex Marquez, che è riuscito anche a portare a casa due podi. In casa Honda però la vera sorpresa di questa stagione è stata sicuramente Nakagami, che alla luce di questo 2020, probabilmente, si sarebbe anche meritato la promozione nel team ufficiale. Il rider giapponese è stato molto continuo. Purtroppo però deve sistemare ancora un paio di cose se vuole cominciare a lottare per il podio ogni domenica.
Va sottolineata anche la buona annata di Aleix Espargaro che si è ritrovato a guidare un team nella confusione più totale visto il caso Iannone che ha sconquassato i piani della casa di Noale. Lo spagnolo ha portato sempre a casa punti pesanti e negli ultimi due GP ha chiuso in top-10. Grigia, infine, l’annata di Rabat, ultimo in classifica tra i piloti che hanno disputato tutto il campionato. Abbiamo preferito non esprimerci, invece, su quei collaudatori come Smith e Bradl, che senza preavviso si sono ritrovati per forza maggiori a dover disputare praticamente tutta la stagione.