Andrea Dovizioso è rimasto senza sella per il 2021, ma ha la ferma intenzione di tornare sulla griglia di partenza della MotoGP nel 2022
Congedatosi ufficialmente dalla Ducati dopo il Gran Premio conclusivo della stagione 2020 in Portogallo, Andrea Dovizioso è ufficialmente fuori dalla griglia di partenza della MotoGP. Dovi si appresta infatti a vivere un’annata in panchina, ai margini del Motomondiale, avendo ritenuto di non accettare le proposte alternative ricevute da nessun costruttore (Aprilia in testa), che non ha considerato valide per le sue ambizioni.
“Sul tavolo non c’era un’offerta interessante per il 2021 da parte di nessuna squadra”, ha spiegato nel corso del programma televisivo austriaco Sport and Talk from Hangar-7. “Ora, insieme al mio manager (Simone Battistella, ndr), lavorerò in vista del 2022. I giovani spingono, ma voglio comunque provare a crearmi una buona situazione”.
Quello di Dovizioso non è un addio, ma un arrivederci
Dovizioso, insomma, non si considera un ex pilota, ma al contrario ha la ferma intenzione di tornare a correre al massimo livello già nel 2022: “Ho ancora il fuoco dentro”, spiega. “Se le cose andranno bene, voglio tornare in pista. Ci lavorerò, ovviamente sono aperto ad ascoltare le offerte che riceverò. I piani per il 2022 si inizieranno a definire già dopo i primi Gran Premi del prossimo anno, che vedremo se si disputeranno normalmente o no: dipenderà dal fatto che ci limiteremo a correre in Europa o meno”.
Nel frattempo si dedicherà alla sua seconda passione, il motocross: “Voglio disputare delle gare per hobby, questo è il mio livello. Ma non vedo l’ora di cominciare”. Il pilota forlivese ha anche tracciato un bilancio del campionato che ha appena concluso al quarto posto assoluto, condizionato in particolare dall’intervento operato sugli pneumatici dalla Michelin.
“In questa stagione è cambiato molto, hanno vinto molti piloti e molti marchi diversi”, conclude Dovizioso. “L’unica differenza è stata determinata dal cambio della gomma posteriore. Nessuno è riuscito a mantenere una costanza di rendimento, a parte forse la Suzuki, che però ha avuto più problemi in qualifica. Anche io non sono riuscito a guidare la moto come avevo fatto nei tre anni precedenti e a sfruttarne il potenziale”.
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