Max Verstappen si complimenta con la MotoGP e per la sua capacità di rendere spettacolari le gare.
La stagione 2020 della MotoGP ha saputo regalare grandi sensazioni anche senza il suo leader Marc Marquez, con 9 differenti vincitori e 15 piloti sul podio in 14 GP, con gare sempre imprevedibili, impossibile da calcolare. Un campionato sempre più di alto livello che ha calamitato l’attenzione di campioni della Formula 1 come ad esempio Max Verstappen.
Il pilota olandese della Red Bull Racing ha parlato con motorsport.com di quanto sia interessante lo show della classe regina, perché i piloti possono vincere anche quando non si qualificano nelle prime tre file della griglia di partenza. “Dobbiamo rendere le gare di F1 più emozionanti e permettere ai piloti di seguire più da vicino le altre vetture e non far sì che la sessione di qualifica sia il fattore decisivo in un weekend di gare”, ha sottolineato il vincitore di nove GP di F1.
Gli esempi Suzuki e Portimao
In MotoGP le classifiche sono importanti ma non decisive. Ad esempio non lo sono state per i piloti della Suzuki, quasi sempre indietro in griglia di partenza, ma autori di grandi rimonte che hanno permesso a Joan Mir di divenire campione del mondo. Esemplare anche il caso di Alex Rins che ad Aragon ha vinto la prima gara stagionale dopo essere partito dalla quarta fila. “Date un’occhiata al campionato MotoGP, per esempio, anche se ti qualifichi al 10° posto puoi comunque vincere la gara. Questo non succede quasi mai in Formula 1, semplicemente perché è molto difficile superare altre vetture sulla maggior parte dei circuiti”.
Il miglior risultato in qualifica di Joan Mir è il 5° posto a Valencia/1, riuscendo poi a vincere la sua prima gara. A questo si aggiunge la competitività delle squadre satelliti che hanno vinto più della metà delle gare nel 2020. L’ultimo round di Portimao ha visto un podio con soli piloti di squadre indipendenti, evento che non si verificava dal 2004, con Miguel Oliveira (KTM Tech3) sul gradino più alto, seguito da Jack Miller (Pramac Racing) e Franco Morbidelli (Petronas Yamaha SRT). Quanto basta per dimostrare come la MotoGP sia divenuta imprevedibile.