Nei prossimi due weekend, Mick Schumacher dovrà conquistare il titolo di Formula 2. E dimostrarsi all’altezza della promozione in Formula 1
Nei prossimi due weekend, a margine del doppio Gran Premio di Formula 1 in Bahrein, anche i cugini minori della Formula 2 disputano gli ultimi appuntamenti del loro campionato. E, se nella massima serie il titolo è già stato assegnato matematicamente a Lewis Hamilton, nella categoria cadetta invece i giochi sono ancora aperti. In testa, però, c’è un solo nome: Mick Schumacher, che vanta ben 22 punti di vantaggio su Callum Ilott (un altro allievo della Ferrari Driver Academy).
Inevitabile che il favorito sia proprio lui, il figlio d’arte, come ammette senza troppa scaramanzia anche il boss della sua squadra, la veneta prema, René Rosin: “Abbiamo creduto, sia noi sia lui, di poter fare grandi cose andando avanti assieme”, commenta ai microfoni della Gazzetta dello Sport. “E quest’anno Mick ha dimostrato quanto vale, esprimendo tutto il suo potenziale. Molta gente all’esterno non se lo aspettava. Ma noi non ci siamo stupiti, conoscendolo da cinque anni. È un ragazzo che ha bisogno di capire tutto della macchina, curioso e attento a ogni minimo particolare, poi diventa un martello pneumatico e non sbaglia più. Si è visto quest’anno nelle partenze e nella gestione delle gomme. Ha fatto un salto di livello, rispetto alla stagione del debutto in F2, risultando sempre fra i protagonisti in qualifica e in gara. Da un certo punto ha cominciato a vincere, ma ha saputo anche amministrare bene tutte le situazioni, sempre pensando all’obiettivo finale. Segnali di maturità, intelligenza e dedizione”.
Se riuscirà effettivamente a portare a casa il titolo, insomma, Schumino dimostrerà definitivamente di essere pronto per il grande salto in Formula 1. Che ormai è a un passo, visto che si attende solo l’ufficialità della sua promozione alla Haas, motorizzata Ferrari, per il 2021: “Quando un pilota lotta per vincere in F2, soprattutto in un campionato di alto livello come questo, è pronto per la F1“, conferma Rosin. “Mick sta facendo la sua carriera, con più pressioni degli altri, e non ottiene certi risultati perché si chiama Schumacher, ma perché va forte”.
Secondo un altro che di corse se ne intende, ma che conosce bene anche Mick Schumacher, essendo grande amico di papà Michael, ovvero Jean Alesi, il 21enne tedesco ha gestito finora con saggezza lo sviluppo della sua carriera: “Michael non è mai stato d’accordo nel bruciare le tappe e gli piacerebbe molto questo percorso di crescita graduale svolto da Mick”, conferma l’ex ferrarista. “La montagna da scalare, una volta arrivato in F1, sarà molto alta. Ma Mick è il ragazzo ideale per riuscirci. Lo conosco da sempre, da quando era un bambino, ha una passione e una dedizione da vero professionista. Fa parte dello spirito di famiglia, la madre Corinna è un pilastro, una donna dal carattere fortissimo che contribuisce molto all’equilibrio del figlio. E Mick ha una maturità pazzesca, oltre a essere educato e perbene”.
E anche Alesi non vede l’ora di ammirare il ritorno del cognome Schumacher nel massimo campionato automobilistico: “Oggi c’è Hamilton, un personaggio planetario. Però l’arrivo di un nuovo Schumacher, che somiglia tanto al padre nell’aspetto, sarebbe un bene per la F1, creando enorme interesse”.
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