Frankie Carchedi, capotecnico di Joan Mir, svela qualche retroscena del lavoro ai box che ha portato alla conquista del titolo MotoGP 2020.
Dietro la vittoria mondiale di Joan Mir si nasconde il lavoro di un gruppo affiatato e professionale che ha consentito di organizzare il box e la moto in ogni minimo dettaglio. Tra questi c’è sicuramente il capo dell’equipaggio Frankie Carchedi, entrato a far parte del team ufficiale Suzuki alla fine del 2018.
L’ascesa del pilota maiorchino non è qualcosa iniziata all’improvviso, ma all’inizio del 2019. “Abbiamo un piano biennale e lo scorso anno abbiamo davvero concesso a Joan sei mesi, in cui ha guidato essenzialmente la stessa moto”, ricorda a Speedweek.com. “Dopodiché, abbiamo fatto molti cambiamenti weekend dopo weekend in modo che potesse capire cosa poteva fare la moto. Questo è stato vero anche per me perché non avevo esperienza con questa moto. Quindi volevo anche vedere cosa fosse possibile”.
Uno dei segreti di Joan Mir nel prendere confidenza con la Suzuki GSX-RR è l’ergonomia, dall’altezza del sedile al manubrio fino ai poggiapiedi. “Abbiamo utilizzato lo scorso anno per trovare l’assetto ottimale. Anche se le cose stanno ancora cambiando, ovviamente ”, ha riassunto il capotecnico. “L’approccio Suzuki è iniziare da dove avevi interrotto. E lo abbiamo fatto durante l’inverno. Da quel momento in poi abbiamo semplicemente sviluppato la moto pezzo per pezzo”. Rispetto alla moto 2019 la moto è cambiata quasi radicalmente, ma Joan Mir ha saputo fare certamente la differenza con il suo talento innato che gli ha permesso di instaurare un feeling ottimale con le gomme. “Le gomme offrono sempre più grip e diventano un po’ più morbide ogni anno, quindi sei limitato a quanto puoi effettivamente frenare la moto”, ha aggiunto Carchedi. “Ma riesce a trovare il limite che ci si può aspettare dalla gomma, e poi gioca con i freni fino al punto in cui va facilmente oltre il limite”.
Infine Joan Mir ha doto di collaudatore uniche, tant’è che i suoi feedbakc sono quasi sempre simili a quelli rilasciati da Sylvain Guintoli. “Per un ragazzo giovane, ha un ottimo feeling con la moto. Non entra nei dettagli, ma puoi provare qualcosa di molto piccolo e lui può dirti cosa è positivo e cosa è negativo”.
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