Herve Poncharal con il morale alle stelle dopo la stagione 2020. KTM ha collezionato tre vittorie, due il team Tech3: “Sembra una favola!”.
Hervé Poncharal chiude il 2020 con un bilancio altamente positivo per il suo team KTM Tech3. Due vittorie a firma di Miguel Oliveira, un traguardo inatteso alla vigilia del Mondiale, ma che obbliga a guardare al 2021 con progetti ambiziosi. Se Suzuki è la moto che ha stupito con la vittoria del titolo iridato, la RC16 è quella che ha compiuto un salto di qualità maggiore ad ogni altro costruttore. “Non ho intenzione di mentire: se mi avessero detto all’inizio della stagione 2019 che saremmo stati lì, alla fine del 2020, ti avrei scambiato per un sognatore o un pazzo ottimista”.
KTM fedele al suo Dna
Poter schierare quattro KTM ufficiali e su un numero illimitato di test ha sicuramente contribuito ad accelerare l’evoluzione della moto arancione. A Portimao la casa di Mattighofen ha chiuso l’anno con una pole, record sul giro e vittoria di Oliveira. “È stata una dimostrazione incredibile e dico sempre che storie del genere sono una favola!”, ha detto Hervé Poncharal al sito francese Paddock-GP.com. Il segreto del successo? “Dall’autista del camion al grande capo dell’azienda, tutti vivono in competizione. C’è voglia e capacità di lavorare: ogni dettaglio è studiato, nulla è lasciato al caso”. Merito anche del test team guidato da Dani Pedrosa e dai vertici austriaci che, pur remando contro molte critiche, hanno mantenuto il telaio in tubolari di acciaio e le sospensioni WP, inizialmente considerate senza futuro in MotoGP. “Dopo la cerimonia del podio, ho detto a Miguel “Ti ricordi di Valencia 2018, la prima volta che ti sei seduto sulla moto? Ricordi la prima sensazione e riesci a misurare quanto sei arrivato lontano in 24 mesi?”. Lui ha annuito e con Mike Leitner in piedi accanto ci siamo guardati tutti e abbiamo riso”.
A rendere lo sviluppo più agevole è anche il fatto che KTM è un marchio europeo. Quando viene proposta un’idea ai vertici arriva prontamente risposta affermativa, mentre nelle case nipponiche la richiesta deve passare per i vari gradi e spesso non si riceve risposta. Adesso l’attenzione è rivolta al 2021 e KTM ha intenzione di fare ulteriori passi avanti, non certo di accontentarsi. “So che stanno cercando di pensare a come ottimizzare il pacchetto tecnico che abbiamo oggi, ma sarà molto, molto vicino a quello che abbiamo ora, anche se penso che ci sia ancora un modo per limare due o tre piccoli decimi quando si lavora su cose che lo richiedono. Tutto è importante e prendo ad esempio il dispositivo holeshot. L’abbiamo ricevuto relativamente tardi, ma da quando l’abbiamo ricevuto in Aragona e funziona molto bene”.