Alberto Puig analizza l’opaca stagione MotoGP 2020, chiusa con due podi. L’assenza di Marc Marquez ha pesato molto sul bilancio finale.
In casa Honda non sono per nulla soddisfatti dell’esito della stagione 2020. L’assenza di Marc Marquez si è fatta sentire eccome. Due soli podi collezionati da Alex Marquez e una pole position ad opera di Taka Nakagami. Poi il vuoto. Nessuno è in grado di domare la RC213V come il Cabroncito, senza di lui è impensabile poter ambire costantemente alla vittoria.
Alberto Puig non si nasconde dietro ritiene impossibile valutare la propria prestazione, “perché ci mancava uno dei nostri migliori piloti”, afferma ai microfoni di Motogp.com. “Ovviamente non sarebbe una buona cosa, perché se ti manca uno dei migliori piloti, è chiaro che la valutazione non è così alta. Quindi non c’è bisogno di dirlo”. La caduta di Marc Marquez a Jerez ha dato il via ad un periodo buio per la casa giapponese, abituata dal 2012 ad oggi a ben altri risultati (con l’unica eccezione nel 2015). Le possibilità di successo per il team Repsol Honda sono diminuite all’improvviso “da una possibile vittoria a una vittoria impossibile”, commenta il manager catalano. “Perché avevamo un rookie nella squadra, quindi non c’era da aspettarselo”.
Ma Alberto Puig sottolinea le note positive del 2020, a cominciare dal buon esordio di Alex Marquez. “Alex ha fatto un ottimo lavoro come debuttante. All’inizio della stagione non si sentiva molto bene, ma poi il ragazzo ha fatto un passo avanti a metà della stagione: è stato improvvisamente super veloce e improvvisamente ha guidato con i migliori. Siamo molto contenti dei suoi progressi”. Buoni passi avanti anche da parte di Taka Nakagami, autore della pole a Teruel. Ma il vero “eroe” è stato Bradl. “In due o tre mesi è passato da 0 a 10. Con i tanti giri che ha fatto quest’anno, abbiamo visto che ha la velocità”.