Wolff e l’amara realtà: “Non rivedremo più i V10 in F1”

Il boss Mercedes Wolff spenge le speranze dopo lo show nostalgico di Alonso sulla Renault del 2005 con motore V10.

Toto Wolff (©Getty Images)

E’ bastato sentire quell’urlo che entra nello stomaco e lo fa tremare per riportare a galla la nostalgia per una F1 ormai lontana. Quando lo scorso weekend ad Abu Dhabi Fernando Alonso ha riportato in pista la sua Renault R25 del 2005 è stato un tuffo al cuore per tutti.

Ad esempio Daniel Ricciardo, che il canto del propulsore V10 lo ha ascoltato solo in tv, ha riconosciuto come le monoposto di oggi, dotate di V6 turbo, manchino di quel “fattore wow” dato da un rombo squillante e penetrante. Pensiero, questo, condiviso dal team principal della Mercedes Toto Wolff, il quale, tuttavia ha escluso qualsiasi chance di un ritorno ai bei vecchi tempi.

“Certe macchine sono figlie di un periodo in cui non ci si preoccupava delle emissioni di CO2 e non esisteva l’elettrico”, ha dichiarato a Motorsport.com il dirigente austriaco, spegnendo le speranze di un ripristino dei motori del passato. Per il 48enne però qualcosa può essere ancora fatto. La F1 attuale manca dell’elemento “sogno”. Nessuno più guarda un GP agognando quelle auto. Ecco perché a suo avviso, ci si dovrebbe sedere ad un tavolo e capire come intervenire per rinverdire quelle sensazioni che hanno trainato ed animato centinaia di migliaia di appassionati in tutto il mondo.

“Erano monoposto senz’altro spettacolari: agili, piccole, di appena 150 kg di peso. Quando le guardi ti sembrano più veloci di quelle odierne, di conseguenza credo ci sia qualcosa da imparare”, ha proseguito nella riflessione. “Dovremmo domandarci cosa le rendeva tanto attraenti. Il rumore o l’aspetto? In qualità di azionisti della serie dovremmo impegnarci a migliorarla”.

Le prossime due stagioni saranno cruciali da questo punto di vista, ma pare difficile che il Circus possa tornare ad essere quello di una volta e la colpa non è necessariamente del mezzo meccanico…

Renault R25 (©Getty Images)

Chiara Rainis

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