Con la consueta schiettezza, il team principal della Ferrari Mattia Binotto dà una sonora bocciatura al 2020 della sua Scuderia: “Voto 4”
Se c’è una dote che non manca di certo a Mattia Binotto, questa è senza dubbio la sincerità. Anche nei momenti più difficili per la sua Ferrari (e nel corso del 2020 non sono mancati), il team principal non si è mai nascosto: davanti alle telecamere ci ha sempre messo la faccia, confessando con una schiettezza che a volte sfiorava la brutalità tutti i guai della Scuderia.
Tanto che il suo “C’è qualcosa che ci sta sfuggendo, dobbiamo capire” è diventato finanche un tormentone dell’ormai celeberrima imitazione che gli ha riservato il comico Maurizio Crozza. E anche al termine di questa sciagurata stagione, ora che si tratta di tirare le somme, l’ingegnere italo-svizzero non ha mutato atteggiamento.
Nel corso del pranzo virtuale organizzato con i giornalisti italiani e stranieri, al momento di dare un giudizio al campionato suo e della Rossa, Binotto ha attribuito una pesante bocciatura: “Il voto è insufficiente, meritiamo un 4”, ammette. “Le prestazioni sono state inadeguate, ma questa è stata una stagione nella quale abbiamo investito molto per il futuro”.
Il bilancio, dunque, non è totalmente deficitario: a voler guardare il bicchiere mezzo pieno, persino in quest’anno si possono trovare dei lati positivi, almeno in prospettiva futura. “C’è stato spazio per imparare molto, sperimentare, capire, intervenire, comprendere come sia mancata una correlazione tra i dati della fabbrica e quelli della pista: abbiamo investito oggi per raccogliere domani, considerando il nuovo simulatore che entrerà in funzione in estate e i miglioramenti alla galleria del vento. Ci sono le fondamenta per tornare vincenti, secondo noi”, rassicura il boss del Cavallino rampante.
Questo non significa però che Binotto rinunci all’autocritica: “Rimpiango di non aver dato prima la sterzata degli ultimi sei mesi, con il chiarimento delle responsabilità e alcuni cambi organizzativi. Questa almeno è la colpa principale”. Il numero uno della squadra non svicola le proprie responsabilità, insomma, e sa bene anche che le sue possibilità di mantenere l’attuale ruolo dipendono solo dai risultati che sarà in grado di ottenere: “Il mio tempo alla Gestione sportiva non è indeterminato”, conclude, “non mi illudo…”.
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