L’ultima intervista di Sebastian Vettel da ferrarista: “Con il senno di poi è facile dire cosa si sarebbe fatto diversamente”
Alle critiche per le sue prestazioni deludenti nella stagione appena trascorsa, Sebastian Vettel non dà peso. Per lui l’ultima annata al volante della Ferrari è stata comunque una svolta importante. La conclusione dell’epoca trascorsa a Maranello lo ha infatti portato a ragionare sul punto in cui è arrivato nella sua carriera e nella sua vita, e a decidere che vuole ancora restare in Formula 1, accettando la sfida della Aston Martin.
Questo è quanto ha raccontato il tedesco ai microfoni di Sky Sport nel corso dello speciale intitolato “6 nel cuore”, andato in onda alla vigilia di Natale. “Queste critiche non mi toccano”, è stata la sua risposta. “Quello passato è stato un anno diverso, e prima di iniziare la stagione mi è stato detto che non avrei più fatto parte del team. Così sono cambiate molte cose e mi sono posto molte domande, ma sono grato di essermele poste perché mi hanno fatto riflettere molto per il futuro. Ho discusso con me stesso, mia moglie e i miei figli. Il 2020 mi ha insegnato molto”.
Vettel: “La Ferrari non si può descrivere in una parola”
Alla richiesta di descrivere in una sola parola la Ferrari, il quattro volte iridato ha risposto schiettamente che “non è abbastanza. Sono stato al fianco di persone speciali che mi mancheranno, così come il colore rosso della scuderia. La Ferrari farà per sempre parte della mia vita, qui sono cresciuto come uomo e ho imparato anche un po’ di italiano. La cosa bella è che non devo restituire queste qualità a nessuno, ma le tengo per me”.
Non ci sono rimpianti, al momento del divorzio dopo sei anni di collaborazione assidua: “È facile dire cosa si poteva fare diversamente, con il senno di poi”, spiega Seb. “Quando sono arrivato, il team era diverso a livello di persone e gestione. Io ho fatto esperienza, che è proprio quella che plasma il futuro, e ho sempre voluto far parte di questa scuderia. Magari non sono stato affabile con tutti, ma sono stato me stesso. E questo è il mio stile”.
I suoi rapporti con gli uomini di Maranello
Sono molti gli uomini che ha conosciuto a Maranello e con cui ha lavorato che si porterà nel cuore anche in futuro: “Ricorderò con affetto Riccardo (Adami, il suo ingegnere di pista, ndr)”, prosegue Vettel. “Un pilastro che già conoscevo. In un quadro più ampio, Maurizio Arrivabene, che dall’esterno credo non sia stato compreso bene, ma non era facile lavorare con Marchionne. Lui era molto particolare, metteva grande pressione addosso alle persone e con Maurizio non è sempre stato gentile. Ma credo che Arrivabene abbia davvero un grande cuore”.
Le ultime parole sono rivolte al suo compagno di squadra Charles Leclerc: “È certamente molto veloce e talentuoso, si trova in una fase diversa della carriera e imparare anche da lui è stato interessante. Ho potuto vedere qualcosa di me rispecchiato in lui, di com’ero io dieci anni fa. Charles è un ragazzo in gamba e di lui posso dire solo cose positive. Ciò che dicono di lui è vero: è forte e maturo per la sua età. Ha un futuro brillante davanti e farà le cose nel modo giusto”.
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