La cacciata senza troppi complimenti di Sebastian Vettel non preoccupa Carlos Sainz, che difende la strategia di mercato piloti della Ferrari
La Ferrari è una squadra mangia-piloti? Chiedere per informazioni a un certo Sebastian Vettel, arrivato a Maranello tra gli squilli di tromba, con i galloni del salvatore della patria ferrarista, e cacciato senza troppi complimenti cinque anni più tardi, per non disturbare il nuovo arrivato Charles Leclerc, a cui la Rossa ha deciso di affidare il proprio futuro.
Ma per un pilota che se ne va ce n’è sempre uno che entra: in questo caso Carlos Sainz. Che, indossando già la sua casacca del Cavallino rampante, non ha mancato di rilasciare le sue prime dichiarazioni da vero aziendalista, difendendo le strategie di mercato piloti della Scuderia.
“La Ferrari non è un team che mangia o divora i suoi piloti”, ha affermato. “Guardate la carriera di Vettel: quale pilota non avrebbe voluto trascorrere cinque anni alla Ferrari come ha fatto lui? Io non sono mai rimasto in una stessa squadra per più di due anni, quindi se la Ferrari è un team che divora i piloti, che cosa dovremmo dire della Renault, della Toro Rosso e di tutti gli altri? Anche Alonso rimase per cinque anni alla Ferrari. Non mi sembra un team che divora i piloti, ma i cicli”.
Sainz non teme la cacciata della Ferrari
Ad ascoltare Sainz, dunque, l’addio di Vettel non è da interpretare come un segnale di allarme per il suo avvenire. L’intenzione dello spagnolo figlio d’arte è infatti quella di restare in Emilia Romagna ancora molto a lungo: “Ovviamente voglio aprire un ciclo alla Ferrari, creare un ambiente simile a quello della McLaren. Ho già esperienza nella creazione di una squadra e spero di averne una uguale, simile o migliore di quella che avevo alla McLaren. Farò del mio meglio per riuscirci”.
Carlos ha però espresso anche tutta la sua gratitudine nei confronti della squadra da cui si è appena congedato. Che, a suo dire, gli ha consentito di svilupparsi profondamente, tanto da attirarsi le attenzioni e la chiamata da parte della Ferrari. “Un team come la McLaren mi ha permesso di diventare la miglior versione possibile di me stesso come pilota”, spiega. “Sono una versione migliorata di quello che ero alla Toro Rosso e alla Renault: sono cresciuto in gara, in partenza, in qualifica. I progressi sono stati continui e probabilmente più avanzati di quanto pensassi. Alla McLaren mi sono sentito più a mio agio che in altri luoghi e la stabilità di un contratto biennale mi ha permesso di migliorare come pilota e di adattarmi maggiormente alla macchina, di ottenere prestazioni superiori. Sono molto felice e molto grato per questi due anni”.