Dal 2018 al 2020 Vettel ha vissuto una parabola discendente. Per il suo ex mentore Marko la ragione è semplice.
Ma quale Charles Leclerc! A fermare Sebastian Vettel è stato lui stesso. Di questo ne è certo il talent scout Red Bull Helmut Marko che, conoscendolo bene, ha indicato un episodio preciso quale incidente scatenante di un crollo che continua a far discutere.
Chi segue la F1 saprà che da Monza 2018, data in cui la Ferrari ha annunciato l’ingaggio del monegasco al posto di Raikkonen, per Seb è cominciato un tracollo diventato ancora più evidente e amaro nel 2020, con una mediocre tredicesima piazza nella generale piloti e appena 33 punti conquistati. Secondo il manager austriaco però, ogni cosa avrebbe avuto origine dallo svarione commesso ad Hockenheim. Quell’uscita contro le barriere davanti al pubblico di casa, ingannato dall’asfalto umido, sarebbe stata per il tedesco talmente scioccante da non permettergli di riprendersi.
“A mio avviso la sua insicurezza è partita proprio da lì. All’epoca al vertice della squadra c’era Maurizio Arrivabene. Da quel momento la relazione tra le parti è progressivamente peggiorata”, ha affermato a Motorsport.com. “Quanto poi sia stato svantaggiato in termini di materiale non lo so dire, di sicuro lui ha sbagliato molto e il livello di guida non è stato più sui suoi standard”.
Pur ammettendo di non aver mai considerato il quattro volte iridato quale sostituto di Albon, il 77enne di Graz non ha nascosto una certa simpatia nei confronti del suo ex gioiellino e gli ha augurato un futuro florido con i colori Aston Martin.
Come l’austriaco, in molti sperano che il 33enne di Heppenheim sia capace di risollevarsi, motivato dalla nuova sfida, dall’assenza di pressione e di politica all’interno dell’equipe inglese, nonché sostenuto da una monoposto che assomiglia alla Mercedes e che nel 2021 potrebbe esserlo ancora di più.
Chiara Rainis