Lutto in F1: muore per coronavirus l’uomo che portò la Marlboro in Ferrari

John Hogan, l’uomo che ha portato la Marlboro in McLaren e in Ferrari è deceduto a causa del coronavirus domenica.

Michael Schumacher (Getty Images)
Michael Schumacher (Getty Images)

Di solito siamo abituati a raccontarvi di chi la storia della F1 l’ha scritta in pista, ma ci sono alcuni personaggi che per anni hanno lavorato dietro la macchina da presa di questo sport costruendolo pezzo su pezzo. Questo è sicuramente il caso di John Hogan, che purtroppo si è spento nella giornata di ieri.

Il suo ruolo in F1 è stato determinante come capo della sponsorizzazione di Marlboro. L’arrivo di Hogan in Phillip Morris è datato 1973. Negli anni l’australiano sponsorizzò numerosi piloti, anche nelle serie minori aiutandoli a crescere e ad arrivare al vertice della F1. In particolare, nei primi anni di attività, supportò James Hunt.

Tanti piloti sponsorizzati

Amico di Ron Dennis, Hogan convinse i vertici Marlboro ad intensificare la propria attività in F1, che sino a quel momento riguardava la sponsorizzazione della sola BRM. Il grande accordo arrivò con la McLaren che fu prima accompagnata al titolo proprio da Hunt e poi in seguito dal duo SennaProst, ancora oggi il duo di piloti più forte che si sia mai visto in F1.

John Hogan (Getty Images)
John Hogan (Getty Images)

Considerato anche lo scopritore di Mika Hakkinen, nel 1984, Hogan spinse per portare la Philippe Morris in Ferrari, una partnership incredibile, che ancora oggi resiste, anche se sotto mentite spoglie visti i tanti divieti imposti contro le sponsorizzazioni delle industrie di tabacco.

Negli anni, come sappiamo, la Marlboro ha sfruttato i colori Ferrari che combaciavano con i propri per creare loghi e scritte che richiamassero sempre più da vicino il pacchetto di sigarette dell’industria americana. Ancora oggi la Phillipe Morris resta uno dei marchi più influenti all’interno di Maranello. Hogan da par suo ha ricoperto l’ultimo ruolo ufficiale in F1 nel 2003 come direttore sportivo della Jaguar dopo aver lasciato l’anno prima l’azienda statunitense e purtroppo ieri si è spento a 76 anni a causa del coronavirus lasciando un vuoto incolmabile nel paddock.

Antonio Russo

Ayrton Senna (Getty Images)
Ayrton Senna (Getty Images)
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