Il presidente del gruppo Daimler, Ola Kallenius, ritiene troppo esose le pretese economiche di Lewis Hamilton. E vuole la firma in tempi brevi
L’infinita telenovela del rinnovo del contratto di Lewis Hamilton con la Mercedes si arricchisce di un’ulteriore puntata. Il gruppo Daimler, che controlla il marchio della Stella a tre punte, si sarebbe ormai stufato del lunghissimo tira e molla delle trattative.
E pretenderebbe che il sette volte campione del mondo cali rispetto alle sue pretese economiche principesche: 40 milioni di dollari più bonus di altri quattro in caso di titolo iridato e, come se non bastasse, anche una Amg One da 2,7 milioni di euro da mettere in garage. Una richiesta che i suoi datori di lavoro ritengono eccessiva, in tempi di crisi coronavirus.
Per questo motivo tra le due parti si sta innescando un vero e proprio braccio di ferro, e la tensione sarebbe già salita ben oltre il livello di guardia. Tanto che oggi su Tuttosport si legge un retroscena: il presidente della Daimler, lo svedese Ola Kallenius, avrebbe indirizzato un ultimatum al suo pilota.
Se l’accordo non arriverà a stretto giro, la Freccia nera sarebbe disposta a scaricare il suo fuoriclasse senza troppi complimenti, per promuovere George Russell, il giovane talento che non ha certo sfigurato nel ruolo di suo supplente nel Gran Premio del Bahrein, quando Hamilton era assente per Covid-19. “O firmi, o prendiamo Russell“, sarebbe dunque la posizione della Casa madre di Stoccarda, a quanto riferisce il quotidiano torinese.
Ma anche se la Daimler alza la voce, dovrà comunque fare i conti con gli altri due soci della scuderia, che recentemente hanno acquisito lo stesso potere, avendo alzato la loro quota azionaria al 33,3% a testa. C’è la multinazionale chimica inglese Ineos, ma c’è anche il team principal Toto Wolff.
Che, da parte sua, ha già fatto sapere di non avere alcuna fretta di arrivare alla firma del contratto, spostando la scadenza ultima addirittura a fine febbraio, ovvero alla vigilia dei test invernali di Barcellona. Inutile dire, insomma, che i nuovi assetti societari, che hanno ridimensionato la posizione del marchio tedesco, non fanno altro che favorire Lewis Hamilton.
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